Dicendo: «Le avverse condizioni meteorologiche hanno condizionato pesantemente la stagione turistica e balneare anche in Campania, con gravi ricadute di carattere sociale ed economico. Gli operatori del settore hanno subito forti perdite. Credo che la Giunta regionale debba valutare la possibilità e l’opportunità di modificare il calendario scolastico regionale, posticipando di almeno due settimane, dal 15 settembre al 1 ottobre, l’apertura delle scuole».
A distanza di un anno l’idea è ripresa dall’ex Provveditore agli Studi di Bari, Giovanni Lacoppola, scrivendo una lettera al quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno“, dice: “Come può uno studente di Akragas, l’attuale Agrigento, andare a scuola con 38-40 gradi di temperatura nello stesso giorno in cui gli studenti di Augusta Praetoria, l’Aosta di oggi, entrano in classe con il cappotto?” Fino al termine degli anni ’70, così come voluto dai ministri Gentile e Bottai, le scuole riaprivano dopo l’estate solo al 1° ottobre.
Nel seguito della lettera si evidenziano i vantaggi di questa apertura posticipata: “Innanzitutto, le famiglie degli alunni delle scuole primarie non avrebbero più le doglianze dei bambini per il troppo caldo di settembre, sistemati in aule sovraffollate e prive di tapparelle e climatizzatori. E gli enti locali potrebbero organizzare meglio le mense scolastiche, scongiurando così parecchi disagi alle famiglie stesse”. Ma anche i professori ne beneficerebbero: avrebbero una ripresa del lavoro più leggera con più tempo a disposizione, rientrando in servizio già un mese prima, il 1° settembre, per disbrigare le normali pratiche amministrative legate all’inizio dell’anno scolastico. E gli studenti potrebbero godere delle vacanze con le proprie famiglie, approfittando delle tariffe alberghiere più vantaggiose di settembre”.
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