L’Anagrafe dell’edilizia a giugno?

 

Le sei regioni, dichiara la responsabile Laura Galimberti, ritardatarie sono: “Lazio, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia e Sardegna. Devo dire che alcune di queste stanno facendo lavori molto interessanti. Ad esempio la Sardegna che si sta impegnando su un piano di  razionalizzazione delle sedi scolastiche. Quindi non si tratta di ritardi per inadempienza. La verità è che si tratta di un lavoro complesso e prezioso che richiede tempo”.

Tuttavia “per la fine di giugno le sei regioni per allora avranno consegnato i dati. Vorrei al riguardo fare però una precisazione”, dichiara a Vita.it, Laura Galimberti, “a me sembra importante sottolineare che l’Anagrafe è sì una fotografia dell’esistenza con tanti dati relativi agli spazi scolastici e al contesto in cui sono calati. Ma è anche e soprattutto un mezzo di programmazione. Cosa possibile però solo se conterrà anche informazioni sulle linee di finanziamento e gli interventi strutturali. Ad esempio in Calabria prevedono il finanziamento sugli edifici proprio usufruendo dello strumento dell’anagrafe. Solo così sarà un sistema virtuoso. Il lavoro da fare dunque è duplice. Da una parte, è vero, c’è la trasparenza sui dati ma dall’altra bisogna renderlo un strumento di gestione a tutti gli effetti. Chi dice che abbiamo perso il colpo sbaglia, il lavoro è in corso e si tratta di un lavoro molto prezioso e importante. Per questo non mi preoccuperei troppo se il risultato viene pubblicato ieri, oggi o domani. L’importante è che sia completo e fatto bene”.

In ogni caso, a proposito di sicurezza: ”non è col possesso di un certificato che si ha la garanzia della sicurezza di un edificio. Certo sono importanti anche i certificati. Ma quello che conta veramente è la prevenzione. Ecco perché tengo a sottolineare che nel ddl “La Buona Scuola”, ci sono 40 milioni dedicati alla diagnostica dei solai, che sono il punto più critico e fragile degli edifici scolastici. È più importante garantire una sicurezza vera, concreta e quotidiana piuttosto che fare battaglie ideologiche”.

 

Pasquale Almirante

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