Con l’inizio del nuovo anno scolastico nel paese ellenico gli insegnanti delle scuole elementari e medie, pubbliche e private, hanno subito proclamato una serie di scioperi in segno di protesta contro la riduzione dei loro stipendi, previsti dal nuovo piano di austerità messo a punto dal governo e la mancanza di personale insegnante a tutti i livelli della pubblica istruzione. Inoltre, le organizzazioni sindacali degli insegnanti denunciano da qualche tempo i problemi di molte scuole, specialmente quelle ubicate nella Grecia del Nord, che dovranno affrontare durante l’anno scolastico appena iniziato a causa della mancanza di fondi, e per questo motivo rischiano di rimanere senza gasolio da riscaldamento. Anche i docenti degli istituti tecnici sono in agitazione e hanno già deciso di astenersi dalle lezioni per una settimana intera.
Oggi in Italia si comincia a parlare di un aumento degli impegni didattici a 24 ore settimanali a parità di retribuzione, mentre per i docenti che volessero rimanere al lavoro solo la mattina il pagamento di uno stipendio ridotto.
Ecco serviti gli spettri di un’incisiva crisi economica, infatti, si intravedono similitudini con il paese ellenico, in quanto si comincia con la proposta di riduzione dello stipendio per arrivare alle già ventilate proteste sindacali e ai possibili scioperi ad oltranza. Una brutta storia che potrebbe avere inaspettate conseguenze politiche a livello parlamentare.
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