La “Buona scuola” alla prova dei fatti

E siamo alla resa dei conti!!! La nebbia degli annunci-spot si sta diradando! Subito dopo potremo capire se il “cambiodiverso” è reale oppure è solo fumo, un bluff. Del resto il significato della suddetta espressione renziana, che fa coppia con la definizione di “Buona scuola” è parte della narrazione del Premier, dove il passato è sempre connotato da toni scuri, mentre il presente e soprattutto il futuro si tingono di azzurro. In questo “film” il Premier dimentica che la “Cattiva scuola” (non ho trovato un più efficace aggettivo contrapposto a “Buona”) è ancora considerata rilevante per gli utenti-genitori per la formazione delle nuove generazioni. E questo nonostante le diverse Riforme che hanno depotenziato la scuola. Comunque Il banco di prova è costituito dalla riduzione delle classi pollaio.

Aberrazione organizzativa voluta dal duo Tremonti-Gelmini ( 2008 ) che impedisce ai docenti di attuare l’inclusione, il diritto alo studio… Diverse volte Renzi e Giannini hanno dichiarato che l’organico potenziato era finalizzato alla riduzione del numero degli alunni per classe. Ora la lettura della nota ministeriale del 30.09.15 a firma di Rosa Di Pasquale finalmente chiarisce la volontà del governo che ancora può essere rivista. Ciò però non mi tranquillizza.

Anzi, al contrario mi preoccupa, in quanto è il governo che decide alla fine con “ quali carte giocare”. E se queste sono le premesse… Ecco cosa si può leggere nella nota: “ … a conclusione del piano straordinario delle assunzioni, sarà possibile provvedere alla sostituzione del personale assente anche mediante l’utilizzo dell’organico del potenziamento che verrà assegnato ad ogni istitutzione scolastica”. Chiaro, no? Pronta la risposta delle istituzioni scolastiche, come .I.T.T. “F. Severi” di Padova che ha richiesto espressamente che l’ organico potenziato sia destinato prioritariamente per diminuire il numero degli alunni nelle classi più “affollate” . A questa e altre richieste come risponderà il Ministero? Dalla sua decisione finale si riuscirà a comprendere che tipo di “Buona Scuola” avremo.

Se prevarrà l’aspetto pedagogico e formativo , allora si potrà dire che la “Buona scuola” è realmente un “cambiodiverso”, un segnale di discontinuità rispetto alle politiche della destra. Se invece, come temo, in quanto gli “inesperti di aula” del Ministero , non conoscono le dinamiche e la complessità educativa che caratterizzano le classi.pollaio, si darà ascolto alla voce “ risparmio”, allora avremo la conferma del diffuso sospetto che la “Buona scuola” è da intendere come una Riforma che ha introdotto solo delle soluzioni per contenere la spesa pubblica.

E sarà l’ennesima sconfitta della politica, come area della decisione per il bene comune, a vantaggio di quell’economicismo che strizza l’occhio al modello americano, contrapposto a quello europeo che ha visto nascere una cultura attenta ai diritti sociali (lavoro, istruzione, sanità ). Se tutto questo avverrà dovremmo ringraziare un governo rappresentato soprattutto da un partito di sinistra. E qui nasce tutta la mia rabbia!

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