È un romanzo corale, a più voci che l’Io narrante cerca di far convergere verso un unico sbocco, dove alla fine ciascuno trova la sua collocazione e la finalità della sua presenza nel racconto.
Tuttavia, la levità della scrittura consente di ritrovare pure una ambientazione pertinente ai fatti che si svolgono senza colpi di scena o intromissioni che possano stravolgere quanto sta accadendo, ad accezione della guerra che sembra incombere ad ogni passo del libro.
Una sorta di ombra di Banquo che aleggia su tutta questa schiera di personaggi inopinatamente ritrovati nella casa del carrubo, una pianta secolare e sempre verde che però, per dare il frutto, ha bisogno del genere opposto. Da qui anche la trama col relativo intreccio. Una casa grande e protettiva, immersa nella campagna di Acate, fertile e generosa. Fra quelle mura, e quelle campagne, non cercate prima dello sfollamento dettato dai bombardamenti e dunque dalla paura di venirne travolti fra le macerie della città, due famiglie si incontrano, quella del professore Vittorio Floridia e l’altra del farmacista Luigi Villalba che lo ospita, per istinto antico di generosità ma anche di amicizia.
Due famiglie che all’ombra del grande carrubo impareranno a conoscersi e a scambiarsi i geni e nel dolore reciproco, a riconoscersi, mentre fra le brume inglesi, gli strateghi facitori della storia pianificano il destino delle persone, anche se l’obiettivo degli Alleati è sconfiggere il nazifascismo che ha innescato il grande dramma della guerra.
Sullo sfondo una Sicilia tutta da conoscere e da raccontare, con le sue tradizioni e i suoi rancori, le sue idealità e le sue passioni.
Un bel romanzo dunque, questo scritto da Barbara Bellomo, La casa del carrubo, Salani, 16,90 Euro, che riesce a descrivere non solo un ambiente particolare, come quelle di questa particolare campagna siciliana, ma traccia pure personaggi che rimangono impressi per il mondo che esprimono e la loro visione particolare del mondo, mentre una tenue storia di amore si intreccia e altre si scoprono impreviste.
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