Alunni

La “cura” della cosiddetta “buona scuola” peggio del male

Daniele Vignali, Preside dell’istituto paritario Alfredo Nobel di Roma, parla ad AskaNews del fenomeno del disagio scolastico e dell’abbandono, molto diffuso in Italia, soprattutto nella fascia di età compresa tra i 15 e i 29 anni..

“Il disagio scolastico e adolescenziale è un fenomeno in aumento e crescente. Il disagio è un fenomeno silente, nel senso che si suol dire che il disagio si sente ma non si vede, ahimè quando il disagio viene percepito, quindi, acquisisce una fenomenologia oggettiva è già altro, è già disadattamento e quindi relazione disturbata con uno specifico ambiente, in questo caso proprio la scuola, o addirittura proprio devianza, quindi l acquisizione di un comportamento che tende ad infrangere una serie di norme sia di carattere giuridico che etico sociale. Questa è una situazione appunto estremamente diffusa nelle istituzioni scolastiche italiane che riprendendo il riferimento ai Neet, ossia ai giovani tra i 15 e i 29 anni che non svolgono nessun tipo di attività di carattere formativo, di istruzione o di lavoro, l’Italia secondo gli ultimi dati Ocse è al secondo posto in questa triste classifica con il 26% di giovani che si trovano in questa situazione”.

 

La cosiddetta buona scuola e l’alternanza scuola-lavoro non aiuta i giovani

 

“La legge 107 del 2015, la cosiddetta buona scuola ha un punto in cui cerca di dare risposta alla situazione in Italia, che è quella dell’alternanza scuola-lavoro. Potremmo addirittura dire per certi versi che a volte la cura è peggiore del male perchè nella legge 107 vengono previste 400 ore di alternanza scuola-lavoro negli istituti tecnici e professionali e 200 ore nell’ultimo triennio del liceo. E’ una sovrabbondanza assoluta di ore che per certi versi tende a rendere questi ragazzi, i discenti, pronti per l’uso nel momento in cui si esce da scuola”.

 

Fondamentali i docenti ma costretti a operare in difficoltà

 

“Tutti noi nella nostra esperienza abbiamo ricordi di docenti particolarmente significativi e docenti che, per certi versi, ci hanno allontanato da discipline di studio che successivamente abbiamo ripreso. Il problema è che i docenti italiani sono avviliti da tutti i punti di vista, dal punto di vista economico, stiamo parlando del monte stipendi tra i più bassi in Europa e sono assoggettati e vincolati a quest ottica tecnocratica per cui c è un attenzione particolare un utilitarismo particolare rispetto al fare, alla prassi invece che sull aspetto teorico”.

Pasquale Almirante

Articoli recenti

In Italia in troppe famiglie c’è ancora la cultura patriarcale, per Schlein solo la scuola e i docenti formati possono salvare i giovani

Nelle famiglie italiane c’è ancora tanta cultura patriarcale, con le donne ancora troppo spesso messe…

08/05/2024

Gps 2024, tutto in alto mare e cresce il rischio ricorsi : la “patata bollente” passa ora all’Ufficio di Gabinetto del Ministero

Cresce l’incertezza sulla “finestra” di aggiornamento delle Gps: non sono bastati due pareri del Consiglio…

07/05/2024

Caos al Concorso riservato per dirigenti e la contraddizione che si contraddice

Il ministro, saputo in quale clima di caos  e in quali condizioni  di disorganizzazione si è svolto…

07/05/2024

Il ministro Valditara mantenga la promessa sull’organico Covid

L'8 febbraio il Ministro Giuseppe Valditara aveva rilasciato un comunicato ufficiale nel quale dichiarava l'impegno…

07/05/2024

Valditara ai docenti: “Avete in mano il lavoro più bello del mondo, quello di dare un futuro ai nostri giovani”

Intervenuto nel corso della quarta tappa di Scuola Futura, ad Alessandria, il ministro dell'Istruzione e…

07/05/2024

Gratteri: volte c’è gente colta che quando parla si piace e non si rivolge alla pancia dei ragazzi, bisogna essere credibili

Il procuratore della Repubblica di Napoli Nicola Gratteri è stato ospite oggi, 7 maggio, di…

07/05/2024