Attualità

La didattica a distanza e il suo feedback didattico

L’istruzione distanza si caratterizza, in primo luogo, per la sua flessibilità spazio-temporale, ovvero essa non richiede ai suoi attori di trovarsi tutti nello stesso luogo e nello stesso momento durante il processo di insegnamento/apprendimento. Essa, al contrario, consente di studiare e di insegnare anche da casa. L’utilizzo del personal computer nell’ambiente domestico rende possibile, a metà degli anni ottanta, il passaggio a una nuova generazione. La DAD di terza generazione si articola in due fasi:

  • Fase off-line, basata sull’uso di strumenti che non si avvalgono del supporto delle reti (floppy disk, videodischi, CD-ROM);
  • Fase on-line, caratterizzata dalla diffusione dell’uso delle reti (specie internet).

Il feedback didattico  è la reazione ad una azione, la risposta ad uno stimolo, l’effetto o la conseguenza di una domanda. In sostanza, si offre un input e si attende un output, qualcosa in cambio, ma non è un percorso chiuso, bensì circuitale come ogni processo. Alla risposta deve seguire qualcosa, e poi ancora, finché non si raggiunge l’obiettivo. John Hattie ha scritto molto sul potere del feedback e della sua capacità di incidere sulla motivazione degli studenti.

Secondo una ricerca di vasta portata in Visible Learning (edito nel 2009) e Visible Learning for teacher: maximizing impact on learning (2012), affinché il feedback possa esercitare il proprio potere deve essere somministrato in modo tempestivo e con la specificità necessaria per aiutare gli studenti a determinare efficacemente i passi successivi del processo di apprendimento .E ancora gli studi recenti condotti, ad esempio, nell’ambito dell’Instructional Design (ID) e dell’Evidence Based Education (EBE) confermano che le alte aspettative dell’insegnante insieme ad azioni didattiche mirate verso obiettivi chiari e ben definiti, e adeguatamente accompagnate da feedback in itinere, siano da considerare i fattori che più influiscono sull’efficacia dell’insegnamento.

Sulla base delle indicazioni fornite dalle meta-analisi di Hattie, dalle ricerche che lo psicologo dell’educazione Barak Rosenshine ha svolto nel corso degli ultimi quarant’anni, dagli studi di Gagnè e di David Merrill sappiamo che è possibile individuare alcune dimensioni fondamentali del comportamento didattico dell’insegnante relative al processo connesso alla ‘lezione’ che solo un’interpretazione ingenua la identifica con l’erogazione di informazioni attorno ad un certo argomento.

Aldo Domenico Ficara

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