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La docente candidata al Nobel Teacher Prize: “Bisogna dare forza ai prof facendogli riconquistare la dignità perduta”

A Il Sole 24 Ore parla Lorella Carimali, tra i 50 finalisti del Global Teacher Prize 2018. 55 anni, Carimali insegna matematica e fisica al liceo scientifico “Vittorio Veneto” di Milano: “Cos’è la severità? Quando i ragazzi hanno davanti una persona autorevole, che crede in loro, sono favolosi. Gli adulti tradiscono, se invece dai fiducia ai ragazzi, non la tradiscono neanche morti. E poi ti vogliono ricompensare per quello che tu hai investito su di loro e lo fanno studiando tanto”.

LAVORO A SCUOLA“Propongo in classe attività diversificate, così che ognuna sviluppi una competenza specifica (di progettare, ideare, controllare). Io lo chiamo apprendistato cognitivo, cioè l’idea è che tutte le attività svolte dentro e fuori dalle classi (anche l’alternanza scuola-lavoro) devono essere inserite in un progetto specifico individualizzato per ogni alunno”.

“Quando affronto un concetto nuovo, spiego poco il concetto generale. Mi collego a quello precedente e aggiungo un qualcosa in più. Poi propongo un problema in cui serve questo qualcosa in più. I ragazzi a quel punto si dividono in gruppi (con i più bravi che aiutano gli altri per sviluppare anche competenze civiche in cui capiscano che il successo si costruisce insieme agli altri). Il gruppo che risolve il problema per primo viene chiamato alla lavagna. Uno di loro spiega come ha risolto l’esercizio e verbalizza quali sono stati i procedimenti mentali che lo hanno portato alla soluzione. Se si tratta di uno degli studenti più bravi, di quelli che risolvono gli esercizi in modo intuitivo, spiegandoli agli altri diventano consapevoli dei propri processi e fanno un passo avanti, mentre quelli meno bravi in questo modo capiscono non la procedura singola, ma la modalità di risolvere determinati problemi che afferiscono a quella macrocategoria”.

COSA VA CAMBIATO“Bisogna ridare forza agli insegnanti, che in questo momento hanno perso un po’ di entusiasmo, bisogna dare loro la carica e convincerli che possono riconquistare il ruolo sociale che avevano prima. La scuola cambia se i docenti sono appassionati e in questi anni la considerazione è andata scemando, quindi il primo passo è investire sugli insegnanti”.

Redazione

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