È per me la mascherina il simbolo di questo anno che se ne sta andando. Strumento di prevenzione che si è tradotto, forse, in strumento di separazione dall’altro, dagli altri. Ma anche di nascondimento del nostro volto, dei nostri volti. Chi siamo noi, oggi, sotto la mascherina, diventata maschera a tutti gli effetti?
Sì, gli occhi si possono intravedere.Ed anche se riteniamo che gli occhi sono un po’ lo specchio dell’anima, noi non siamo più allenati a guardarci negli occhi, per intuire l’anima che si cela.Ecco, l’augurio per il nuovo anno è che diventiamo capaci di guardarci negli occhi e, nonostante le mascherine, di reinventare forme di fraternità, per vincere l’istinto attuale, fatto di sfiducia, di sospetto, di separatezza, di distacco.
E non è forse la scuola, dopo la famiglia, il luogo principe di questo nuovo allenamento alla socialità, alla fraternità?
Reinventare la fraternità, e la compassione, dunque.
Quindi la domanda di giustizia, di destini comuni, dalle famiglie, alle mille relazioni, alla vita di comunità, alla polis. La scienza, poi, ci darà una mano, con i vaccini e le cure. Ma la darà sino ad un certo punto. Toccherà poi a noi usare anche questi mezzi, per ridare speranza di vita e di futuro a ciascuno, oltre gli individualismi e le tante logiche del sospetto. Non ci si salva da soli.
Sta suscitando molta commozione nel mondo della scuola la notizia della scomparsa di Paola Falteri,…
È importante ricordare che dalla fine del mese di maggio e per buona parte del…
La diagnosi di ADHD si basa principalmente sull'osservazione clinica e sulla raccolta di informazioni da…
Mantenere alta l'attenzione e la concentrazione degli studenti in classe è una sfida cruciale per…
Nel nuovo contratto scuola, firmato lo scorso 18 gennaio, al comma 10 dell'articolo 59 c'è…
Il decreto ministeriale n. 66 del 2023 ha destinato 450 milioni di euro a favore…