La mia lettera a Matteo Renzi

Di seguito inoltro il testo della mail che ho appena inviato all’indirizzo matteo@governo.it, a seguito dell’invito dello stesso Presidente del Consiglio a segnalare le criticità riscontrate nel mondo della scuola.
“Egregio Presidente del Consiglio, sono un insegnante di ruolo suo coetaneo che lavora in un plesso distaccato di una scuola secondaria di primo grado.
Facendo seguito al suo invito a scriverle per segnalare ciò che non va nel mondo della scuola, approfitto di tale straordinaria occasione. Le espongo di seguito, in forma problematica, piccoli e grandi anomalie da me riscontrate in parecchi anni di insegnamento (gran parte dei quali vissuti da precario, proprio come sua moglie), senza peli sulla lingua. 
1) In Italia esiste un sistema che io chiamo di “compravendita di fatto” di master e corsi di perfezionamento erogati da Università telematiche (le due parole messe insieme si avvicinano molto ad un ossimoro). Lo sanno tutti, tutti! Perché nessuno fa niente per evitare questo “ricatto di fatto” cui sottostanno moltissimi docenti alla ricerca di punti preziosi in sede di aggiornamento del punteggio nelle graduatorie ad esaurimento?
2) La stragrande maggioranza delle scuole private paritarie sottopaga gli insegnanti che ivi prestano servizio (conosco istituti religiosi che bonificano gli stipendi dei docenti come da busta paga chiedendo loro di restituire tali somme). Tali scuole sono altresì di fatto Istituti dove agli studenti viene “regalato” il titolo di studio (nessuno viene mai bocciato). Lo sanno tutti, tutti! Perché chi di dovere non fa nulla e sta a guardare?
3) Perché devo rassegnarmi all’idea che sia normale che il mio alunno portatore di handicap sia assistito dall’insegnante di sostegno per 9 ore settimanali e non 30 (così come stabiliscono i giudici quando interpellati)?
4) Perché molti Dirigenti Scolastici, in barba alle stesse indicazioni del Ministero, si ostinano ad utilizzare gli insegnanti di sostegno come tappabuchi nelle classi, in occasione dell’assenza di un collega docente?
5) Perché in una classe piccola ci devono stare 30 o, a volte, 40 alunni, quando le leggi in materia di sicurezza non lo consentono?
6) Perché non si vuol riconoscere e classificare ufficialmente come usurante un lavoro come quello degli insegnanti, sempre più a rischio Burnout?
7) Perché da un lato tutti oggi sentono la necessità di valutare la professionalità degli insegnanti, distinguendo i buoni dai cattivi, e nel contempo nessuno va a valutare l’operato di un Dirigente Scolastico che magari stabilisce in modo del tutto arbitrario quando è l’ora di chiamare un supplente (dopo uno, due, tre, dieci o magari trenta giorni), o dispone l’accorpamento di 2 classi in caso di assenza di un docente, o ancora manda a casa in anticipo gli alunni pur di non chiamare un supplente? Chi si occupa di valutare quei Dirigenti che fanno approvare al Collegio dei Docenti delibere illegittime, o che non dispongono le prove di evacuazione obbligatorie per legge, o che affidano o fanno affidare gli incarichi retribuiti ai docenti amici? 8) Perché da 4 anni il mio stipendio è sempre lo stesso?
9) Perché moltissimi insegnanti danno l’adesione alla partecipazione alle assemblee sindacali, ottenendo l’esonero dalle lezioni, e poi non prendono parte a tali incontri?
10) Perché nessuna norma impedisce che un RSU, demandato ad essere la controparte di un Dirigente in sede di contrattazione, possa assumere incarichi retribuiti veicolati dal Dirigente medesimo?
11) Perché come contribuente devo pagare di tasca mia l’ostinazione di uno Stato che insiste nell’abusare dei contratti annuali piuttosto che stabilizzare i precari, inducendoli a chiedere ed ottenere risarcimenti che superano abbondantemente i 100.000 euro, come accaduto nel Foro di Trapani?
12) Perché deve essere l’Unione Europea – fatto che probabilmente accadrà il mese prossimo – a costringere lo Stato italiano ad assumere a tempo indeterminato o a risarcire centinaia di migliaia di precari che hanno lavorato con almeno tre contratti annuali negli ultimi cinque anni?
13) Perché un docente precario (come sua moglie o come mia moglie) deve vedersi sottrarre la metà della retribuzione in caso di assenza per malattia, mentre un docente di ruolo no?
14) Perché lo Stato fa abilitare i docenti (vedi i vari PAS e TFA) ma non consente loro di entrare nelle graduatorie ad esaurimento, precludendo di fatto ogni possibilità di impiego stabile?
15) Perché nella scuola in cui lavoro l’estintore è stato revisionato per l’ultima volta nel 2004 ed è posto sopra un termosifone, nonostante io abbia da tempo segnalato la surreale circostanza?
16) Perché il tetto della scuola in cui presto servizio è ancora ricoperto di eternit?
17) Perché ad un responsabile di plesso, che di fatto ha gli oneri di un Dirigente Scolastico, si arrivano a riconoscere per il suo impegno anche 200 euro lordi in un anno e ad un Dirigente che ha la reggenza di un plesso distaccato in cui non va quasi mai circa 15.000 euro?
18) Perché molto spesso i bandi per i PON sono fatti a misura del docente gradito alla Dirigenza? Sono convinto che lei o chi per lei avrà modo e tempo di rispondere a queste semplici domande di un docente stanco di parole, di incantatori di serpenti e di Ministri che non hanno mai messo piede in una scuola. 
Buon lavoro.
I lettori ci scrivono

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