Chiara Bidoli, editorialista, sull’inserto Corriere Salute, della nota testata giornalistica Corriere della Sera del 19 maggio 2024, scrive riferendosi alla mente degli adolescenti: ”Il loro cervello è una lente di ingrandimento sul mondo, particolarmente sensibile a cogliere gli stimoli dall’esterno e a vivere nuove esperienze, in un equilibrio precario tra potenzialità ancora inespresse e fragilità”.
Trovo le parole della giornalista davvero significative e colme di ciò che veramente rappresenta poter immaginare, anche per un solo momento, di vivere nella mente complessa, travagliata ma meravigliosamente viva di un adolescente. Ragazzi tra i 14 e i 20 anni alle prese con una domanda ben presente e talvolta pressante nei loro pensieri: ”Cosa farò da grande?”, oppure, specialmente tra i 13 e i 14 anni: “Quale scuola superiore preferire?”. Scegliere e riflettere su a cosa voler diventare, credere nel futuro pensando a se stessi in una o l’altra direzione, non è assolutamente semplice.
Non va però dimenticato o tralasciato il fatto che per poter fare qualcosa da grandi, innanzitutto, soprattutto nella fase adolescenziale, occorre formarsi come persona, accrescere la propria e unica personalità, comprendere se stessi e capirsi, sviluppando i propri interessi e le proprie “potenzialità inespresse”, come cita appunto Chiara Bidoli.
Un altro giornalista, editorialista del Corriere della Sera, scrittore, nonché conduttore televisivo, Massimo Gramellini, afferma a proposito di formazione personale e crescita interiore, riferendosi sempre ai ragazzi in fase adolescenziale, a chi deve passare dalle scuole secondarie di primo grado a quelle di secondo grado: “Qualcuno ti dirà che la scuola serve solo a trovarti un lavoro… Non credergli. La scuola serve a fornirti gli strumenti per gestire un sentimento, a smascherare un ciarlatano e ammirare un tramonto, non solo le vetrine”.
Parole semplici, ma profonde e utili a offrire motivazioni e stimoli diversi da quanto al giorno d’oggi molto spesso viene proposto ai nostri giovani adolescenti. Una scuola, dunque, che non per forza debba convogliare solo un sapere pratico e tecnico, ma si può credere in una scuola che sappia dare una a forma mentis per la vita, che miri ad una costruzione di identità per fornire poi un’ampia scelta di orizzonti su cui puntare.
Roberta Favorito
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