Un fermo invito non presentarsi in classe da lunedì 3 febbraio è stato rivolto alla docente della scuola media Mazzanti di Firenze, che il 27 gennaio aveva detto ai suoi alunni di non sopportare la senatrice Liliana Segre, perchè starebbe solo cercando pubblicità con le sue iniziative per far conoscere la Shoah: a formulare l’invito, via e-mail, è stato il sui dirigente scolastico, Arnolfo Gengaroli, il quale nella relazione ha riassunto fatti, testimonianze e circostanze relative all’episodio in cui, in classe, la professoressa di inglese si sarebbe espressa con asprezza su Liliana Segre.
“La sospensione – ha detto il capo d’Istituto – richiede un iter lungo e articolato e oltre una certa fase non compete più al dirigente scolastico dell’istituto, ma agli organismi superiori. Adesso posso informalmente invitare la collega a non presentarsi a scuola e le ho inviato una e-mail in merito. Ciò per motivi di opportunità, sia per le istituzioni, sia per lei stessa perché si troverebbe a operare in un contesto non sereno. Ma domani (3 febbraio ndr) sarò all’ufficio legale del provveditorato per avviare l’istruttoria per la sua sospensione urgente”.
La docente, che insegna da nove anni nell’istituto, comunque potrà anche non seguire l’invito: la richiesta del preside rappresenta, infatti, solo una comunicazione che è stato avviata una procedura disciplinare, corredata da ‘sospensione urgente’ dal servizio. Però, per il momento in quella e-mail non c’è nulla di imperativo.
Anche perché la docente non è tenuta ad avere aperto l’e-mail, esercitando il suo diritto alla disconnessione.
Una richiesta di adottare provvedimenti disciplinari nei confronti della docente, sarebbe stata formulata al dirigente scolastico da parte di 78 docenti dell’Istituto Comprensivo Coverciano, di cui fa parte la media Mazzanti.
Gli insegnanti “esprimono la loro totale ed estremamente indignata distanza dalle parole espresse dall’insegnante”, ricordando che avrebbe definito la senatrice Liliana Segre “persona troppo mediatica” ed “esprimono tutto il loro affetto e solidarietà alla Senatrice”.
I docenti che hanno firmato la missiva inoltre “si ritengono offesi e non ammettono alcuna giustificazione di quanto detto dalla collega” e quindi, appunto, hanno sollecitato “la Dirigenza scolastica perché vengano prese tutte le misure possibili per sanzionare questo tipo di intervento”.
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