Dopo alcune ricerche, secondo le quali le persone con sindrome Down sarebbero più esposte al rischio covid, con una potenzialità addirittura dieci volte maggiore, l’Aipd (Associazione italiana persone Down) ha precisato: “Ciò che risulta determinare la mortalità più elevata nella SD sono l’età superiore ai 50 anni, essere affetto da numerose patologie preesistenti non risolte, avere una condizione di demenza e non risiedere in famiglia”.
Qui il testo della lettera scritta dalla presidente nazionale Aipd ai soci
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