Genericità e inconcludenza sono i caratteri del documento programmatico ministeriale: tante belle parole, tante le necessità elencate ma, al contempo, una visione opaca della funzione educativa della scuola e l’assenza di un’efficace strategia.
Il concetto “competenza” è banalizzato: nessuna attenzione è stata riservata alle specificazioni terminologiche/concettuali contenute all’art. 2 della legge 53/2003 che distingue le competenze generali dalle competenze specifiche. Una negligenza, il sintomo della disattenzione al fondamento della cultura contemporanea: la visione sistemica.
Il documento è stato concepito come se il tempo si fosse fermato agli anni 50 del secolo scorso: le esperienze, le sperimentazioni sono state ignorate, oscurate dalle raccomandazioni europee. Tra tutte si ricorda il progetto ministeriale Mercurio, sintetizzato in “La promozione delle competenze”, consultabile in rete.
A titolo esemplificativo si propone la riscrittura del paragrafo 4.2 – Didattica per competenze, innovazione metodologica e competenze di base.
La scuola è un sistema: le singole componenti non hanno significato proprio; questo deriva dall’interazione sinergica con le altre parti, dalla loro funzionalità rispetto al fine istituzionale.
Le competenze generali, che descrivono i comportamenti che gli studenti devono essere in grado di esibire al termine del percorso, specificano la finalità dei processi formativi; le competenze specifiche esprimono i traguardi della progettazione didattica disciplinare, traguardi da intendere come sottoclasse delle competenze generali.
Questa l’origine del mandato conferito al singolo docente: utilizzare la propria disciplina per indurre gli studenti all’assunzione di comportamenti produttivi. L’art. 2 della citata legge fornisce i riferimenti concettuali/procedurali: “Sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche”.
Ne discende l’iter progettuale delle scuole:
I regolamenti di riordino del 2010 siano d’esempio.
Si consideri quello dei licei:
“A conclusione dei percorsi di ogni liceo gli studenti dovranno:
Per raggiungere questi risultati occorre il concorso e la piena valorizzazione di tutti gli aspetti del lavoro scolastico:
Questa la collocazione dell’innovazione metodologica e delle competenze di base.
Profonde e dirompenti sono le derivanti attese.
La nozione “disciplina” è dilatata: non più statico e strutturato compendio di conoscenze ma dinamica spirale che espone il sapere come soluzione di un problema.
Il metodo risolutivo, la strategia che ha prodotto l’arricchimento delle conoscenze disciplinari sono il campo progettuale del docente e il laboratorio è il suo campo operativo.
I problemi che hanno contrassegnato lo sviluppo disciplinare motivano lo studente, il metodo disciplinare promuove le sue competenze, le conclusioni dei processi di ricerca dilatano le sue conoscenze.
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