Molto amaro lo sfogo del docente di educazione fisica aggredito dai genitori di un alunno ad Avola, in provincia di Siracusa. Al Corriere della Sera, parla così dopo il gravissimo episodio accaduto mercoledì scorso: “Tutto ciò è niente rispetto a quello che provo dentro di me per questa storia, per questo sistema sociale che non ci permette di andare avanti. Noi professori, ormai considerati un numero dall’amministrazione, non riusciamo più a governare ragazzi che, appena richiamati, rispondono con un “vaffa”, si alzano ed escono senza chiedere permesso, strafottenti davanti alle note sul registro…”
“Una volta c’era il famoso “rapporto”. Adesso non esiste disciplina, autorità, governo. Ma non sono io, ultima ruota del carro, a dovere denunciare questa realtà. C’è chi parla e vara provvedimenti sulla “buona scuola”. Chiedete a loro, ai ministri, come si deve gestire una classe. So solo che da tempo s’è rotta una sintonia fra noi docenti e le famiglie. Mio padre mi avrebbe dato uno schiaffo se mi fossi ribellato a un professore. A me è capitato di darne a mio figlio. Adesso si prendono a calci e pugni i docenti.”
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