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Latino e greco, il Consiglio di Stato ripristina l’esclusività degli abilitati nella A052

L’affidamento della docenza del latino e del greco ad insegnanti di italiano non abilitati nelle materie si arricchisce di un altro colpo di scena: dopo che nelle scorse settimane ilTar del Lazio, sez. III bis, aveva dato ragione alla decisione del Miur di concedere le cattedre delle due materie, al biennio iniziale dei licei Classici, ai colleghi di lettere provenienti da altri licei, il 13 settembre il Consiglio di Stato ha sovvertito la decisione: fino alla revisione completa delle classi di concorso, per insegnare latino e greco al ginnasio continuerà a servire l’abilitazione all’insegnamento. E non aver svolto all’Università, come aveva deciso viale Trastevere, appena un esame di latino o di greco.
I giudici amministrativi hanno in tal modo accolto il ricorso dell’Unicobas, il sindacato di base che attraverso i propri legali si è posizionato dalla parte dei docenti della A052 rimasti senza cattedra, dal momento che a loro veniva negato, a differenza dei colleghi di italiano, di transitare dal ginnasio alle altre tipologie di liceo. Alcuni dei docenti abilitati in latino e greco avevano anche allestito un sit-in, davanti al Ministero, in occasione del primo giorno di scuola. La protesta era stata avallata anche da alcuni politici, come Pierluigi Zazzera (Idv) per il quale i rappresentanti del governo “stanno portando alla quasi totale estromissione di questa categoria di docenti dall’insegnamento delle materie letterarie”. 
I
l giorno dopo il Consiglio di Stato ha stabilito che quelle proteste erano lecite: le modifiche delle attuali classi di concorso ed il loro accorpamento (con la preannunciata dichiarazione di ‘atipicità’) diverranno infatti legittime solo dopo l’approvazione definitiva del relativo regolamento di revisione delle stesse: il giudice ha inoltre condannato il dicastero di viale Trastevere al rimborso delle spese legali del giudizio cautelare d’appello.
S
oddisfatto Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas , secondo cui “questa importantissima sentenza rende giustizia ai professori di italiano, latino e greco, ai quali la Gelmini aveva tolto il lavoro (se precari) o la titolarità della propria cattedra (se di ruolo). Rende giustizia agli studenti del ginnasio, che hanno visto spezzarsi l’insegnamento unitario di italiano, latino e greco, materie strettamente correlate, distruggere la continuità didattica da un anno all’altro e cattedre di materie fondamentali assegnate a docenti non abilitati, utilizzati senza rispetto in funzione di un ‘tappabuchismo’ spicciolo preferito – conclude il sindacalista di base – da un Governo accattone col bene pubblico”. Resta ora da capire se l’indicazione del Consiglio di Stato si tradurrà subito in realtà o bisognerà attendere i tempi biblici della Giustizia italiana per vederne gli effetti: in tal caso si tratterebbe di una sentenza fine a se stessa, visto che nel frattempo la revisione delle classi di concorso sarà già da tempo terminata (si parla di pochi mesi).

 

 

Alessandro Giuliani

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