I lettori ci scrivono

Le educatrici non possono lavorare con i convittori maschi. Perché?

Le leggi sull’uguaglianza, tra la figura maschile e la figura femminile, i contesti in cui la donna, oggi, lavora, le lotte e le manifestazioni per le pari opportunità, le occasioni di seminari, sul ruolo della figura femminile, nel ricoprire incarichi dirigenziali di rilievo, le non poche difficoltà in un mondo patriarcale e prettamente maschilista.

Oggi, la donna, preclusa da contesti lavorativi definiti convitti annessi, per via di leggi arcaiche che nessuno prende in considerazione, perpetrando un silente assenso.

Incontri con autori, esponenti politici e del mondo dell’istruzione sulla dignità del ruolo femminile nei contesti lavorativi, l’impegno e la volontà profusi, nella storia, che hanno determinato passi da gigante nel mondo della medicina, della scuola, della psichiatria, della neurologia, della scienza e dell’educazione, ad opera delle donne.

Al mondo della scuola, al Miur, alle donne, dirigenti e no, alle donne che si aggiornano e si formano, culturalmente e professionalmente, alle donne dell’edilizia, alle donne della medicina, alle collaboratrici scolastiche, alle ausiliari degli ospedali, alle donne delle forze dell’ordine, alle donne che lavorano…

Marsala, in provincia di Trapani, l’incredulità dei mancati trasferimenti.

La mobilità è un diritto per tutti, uomini e donne, senza distinzione di sesso, religione, orientamento, specie alla luce di una società fluida.

Presso la struttura del Convitto Annesso all’Istituto Tecnico Agrario/Alberghiero di Marsala viene precluso il trasferimento alle docenti educatrici, in quanto si ritiene che non possono svolgere servizio notturno con soli convittori maschi, eppure il SIDI riconosce il trasferimento nel sistema ministeriale.

Ospedali, case di cura, ricoveri, classi di soli maschi, comunità, allora dovremmo precludere il servizio, alle donne, per ogni sorta di intervento, in presenza di soli maschi.

La donna è capace di svolgere lavoro notturno con soli convittori maschi, l’idea malsana per complicazioni risiede solo negli stolti di cuore e di mente, disagi e problematiche possono verificarsi in diversi contesti, sia con uomini che con donne.

Le educatrici donne, con incarico, svolgono servizio notturno con soli convittori maschi?

Non ci sarebbero gli stessi rischi?

Il mancato trasferimento lede la dignità e la professionalità!

  •  colleghi maschi, con punteggio inferiore ottenere, di anno in anno, trasferimento
  •  il SIDI ti individua come trasferita, poi ti revocano il trasferimento
  •  ti aggiorni e ti formi per una vita, accumuli punteggio e servizio, poi ti vedi superare da chi ha meno punti e meno servizio, solo perché appartenenti al sesso maschile

La realtà è ben diversa dalla burocrazia a dal tecnicismo!

In Convitto, iscrizioni miste, per il fine settimana, ricordiamo che i convitti sono aperti 24h/24h, molti/e ritornano nelle proprie dimore, rimangono solo i maschi, ed il servizio lo espleti.

Che fine ha fatto la meritocrazia???

I decreti regi del 1923, nessuna riforma, leggi ottocentesche: i tempi corrono e l’evoluzione del sistema di istruzione non rende dignità, tale stato delle cose non può perdurare, ancora, nel 2022.

E’ in Parlamento che il legislatore deve cambiare le realtà del territorio, ma deve conoscerle e viverle.

Lo Stato italiano restituisca, nell’ambito del contesto lavorativo definito convitto, dignità e mobilità!

I Convitti nazionali, ivi gli annessi, sono Istituzioni Educative dello Stato, prima forma educativa per eccellenza, rispetto e dignità, umana e professionale, tanto per uomini quanto per donne.

L’ardire di questa mia non nasce per criticare, né offendere, né giudicare, né argomentare, nasce dall’amarezza di una realtà che non riconosce servizio, competenze, punteggi per l’educatrice, donna, dei convitti annessi con solo iscritti maschi, per lo svolgimento del servizio notturno, su trasferimento.

Se ognuno di noi fa qualcosa, insieme, e solo insieme, potremo molto!

Antonia Amodeo

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