Attualità

Le giustificazioni dei 45 assenti del centrodestra alla Camera: come a scuola

Come è noto ieri, alla Camera dei deputati, il voto sullo scostamento di bilancio non ha avuto la maggioranza richiesta, perché 45 deputati del Centrodestra erano assenti, mettendo in forte imbarazzo la premier Giorgia Meloni su un tema delicato come il Def. Ma consentendo pure alle opposizioni di parlare di sciatteria o di una precisa tattica politica per dare segnali al governo. 

In ogni caso erano assenti 45 deputati dei 4 gruppi: 14 di Fdi altrettanti di Forza Italia, 15 della Lega e 2 di Noi Moderati. 

Esclusi quelli in missione, di solito con una “giustificazione ufficiale”, tutti gli altri sono andati sotto processo con conseguente e inevitabili polemiche sulla tenuta della coalizione nei passaggi clou in Parlamento. 

E siccome queste assenze hanno comportato una figuraccia al governo, i parlamentari per contenere le accuse hanno per lo più cercato scusanti più o meno accettabili che però in qualche modo riportano a quelle usate dai ragazzi della scuola per scagionarsi agli occhi dei prof o del preside.

La giustificazione più comune, come riportano i giornali, è stata quella di avere troppi impegni per le mani e quindi l’impossibilità di venire in Parlamento e fare il proprio dovere, evitando però saggiamente di confessare, con più maturità, di avere approfittato del lungo ponte di vacanze in coincidenza col 25 aprile.

Altri, a quanto riportano le agenzie, hanno detto di essere stati malati: influenza o che altro? E proprio quel giorno e proprio dopo le festività? Può capitare.

In ogni caso, scrive Adnkronos, varie sono le ‘giustificazioni’ che di solito vengono accampate da chi non partecipa a votazioni che comportano passi falsi pesanti per le maggioranze di governo. 

Anche stavolta nessuno degli assenti parla “apertis verbis”. Al massimo qualcuno dice qualcosa a mezza bocca. Niente virgolettati, per carità. Perché la caccia al ‘colpevole’ della frittata è già iniziata dopo il fattaccio. 

Meglio, quindi, evitare di fare dichiarazioni controproducenti. Solo un parlamentare, il giovane Francesco Maria Rubano, accetta di parlare in chiaro: “Mi sono recato in Aula, ho preso regolarmente la scheda dai commessi, poi sono andato in bagno e non sono riuscito a raggiungere in tempo l’emiciclo. Sono arrivato, purtroppo, a operazioni di voto concluse”.

Pasquale Almirante

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