Quali sono le lauree più richieste per il mondo del lavoro nei prossimi anni? Lo spiega una stima di Unioncamere relativa ai fabbisogni occupazionali tra il 2020 e il 2024, elaborata nell’ambito del Sistema informativo Excelsior.
Per quanto riguarda l’offerta di lavoro per i laureati italiani, ovvero il 34% della domanda, tra i principali indirizzi universitari richiesti nel prossimi anni emergono l’indirizzo medico-paramedico, per il quale si stima saranno necessari 173mila unità.
A seguire l’indirizzo economico (119mila unità) e ingegneria (117mila unità).
Appena fuori dal “podio” ci sono insegnamento e formazione (104mila unità comprendendo scienze motorie) e l’area giuridica (88mila unità).
Lo studio però bisogna osservarlo a 360°: confrontando il fabbisogno di laureati richiesto dalle imprese con l’offerta prevista di neo-laureati – senza considerare anche la componente di laureati disoccupati – risulta nel totale una situazione di equilibrio, ma con notevoli differenziazioni scendendo a livello dei singoli indirizzi: pertanto si potrebbero verificare a livello nazionale situazioni di carenza nell’offerta di competenze medico-sanitarie (con 13.500 figure mancanti mediamente ogni anno), come nei diversi ambiti scientifici e dell’ingegneria.
Viceversa, si potrebbero avere eccedenze di offerta negli ambiti politico-sociale o linguistico, sempre seguendo il rapporto.
Come possiamo osservare, l‘insegnamento e la formazione rappresentano senz’altro una fetta importante di richiesta del mercato del lavoro: se consideriamo che, per la scuola ad esempio, il corpo insegnante è piuttosto anziano (fra i più anziani d’Europa), il linea di tendenza, questa prospettiva farebbe pensare ad una necessità di avvicendamento fra i “vecchi” lavoratori ormai prossimi alla pensione e quelli nuovi, i giovani laureati
E’ chiaro che questo non potrebbe verificarsi facilmente senza un regolare e funzionale sistema di reclutamento basato sui concorsi pubblici, non prima tuttavia, di aver stabilizzato migliaia e migliaia di precari storici che ormai tanto giovani non sono.
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