Leggere un’ora al giorno ad alta voce comporta un miglioramento dell’apprendimento: tra il 10 e il 20% sulla comprensione del testo, ma anche sullo sviluppo delle abilità cognitive di base, sull’intelligenza verbale. A questa conclusione sono arrivati gli autori della ricerca ‘Leggimi ancora’, realizzata da Giunti Scuola e Giunti Editore in collaborazione con l’Università di Perugia.
Lo studio è stato presentato l’11 ottobre alla Fiera Didacta, a Firenze, incentrata sull’innovazione scolastica.
Secondo Barbara Cunsolo, direttore di Giunti scuola, “il vero e grosso risultato è stato quello di portare una pratica democratica che ha funzionato per tutti i bambini e i benefici non sono solo per i bambini, ma anche per i docenti“.
I ricercatori, scrive l’Ansa, hanno analizzato un campione di 1.500 bambini italiani, con età compresa tra i 6 e gli 11 anni: sono stati sottoposti a un training intensivo di lettura ad alta voce da parte del docente, tutti i giorni per 100 giorni scolastici.
Dai risultati emersi, è scaturita la convinzione che la lettura agisca positivamente su più fronti dell’apprendimento: dalla comprensione del testo alle dimensioni cognitive, dalla padronanza della lingua all’intelligenza verbale, sino all’auto-percezione del benessere.
Restando alla comprensione del testo, la ricerca evidenzia un miglioramento di circa il 10% rispetto al punto di partenza dei bambini.
Tra il 18 e il 20% di miglioramenti si sono registrati nella sfera dello sviluppo delle abilità cognitive di base.
L’indice dell’area verbale registra invece un aumento medio del 10-15%.
È probabile che dei risultati della ricerca possano tenerne conto anche i genitori degli alunni: la lettura quotidiana ad alta voce in classe, soprattutto in presenza di un alto numero di alunni, non è di fatto possibile.
Ogni giovane, invece, può sicuramente avere maggiori possibilità di leggere ad alta voce nelle mura domestiche, meglio anche se, quando si tratta di alunni del primo ciclo, accanto ad un genitore.
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