“Equity in School Education in Europe: Structures, Policies and Student Performance” è il titolo del nuovo rapporto prodotto dalla rete Eurydice.
Il documento identifica dunque le strutture e le politiche associate a una maggiore equità del sistema in relazione soprattutto ai risultati degli studenti, utilizzando anche dati tratti da indagini internazionali sulla valutazione degli studenti, come nel caso di PISA, PIRLS e TIMSS.
Sono esaminati, in particolare, i 42 sistemi educativi europei, con un’attenziona alle seguenti caratteristiche: partecipazione all’educazione e cura della prima infanzia, finanziamento scolastico, differenziazione e tipi di scuola, scelta della scuola, politiche di ammissione, sistemi di percorsi scolastici differenziati, ripetenza, autonomia scolastica, accountability, sostegno alle scuole svantaggiate, sostegno per studenti con scarso rendimento e opportunità di studio.
Dal rapporto emerge come ad incidere sull’equità dell’istruzione, soprattutto nelle scuola primaria, siano i finanziamenti pubblici per l’istruzione. Infatti, l’analisi di Eurydice rivela che una spesa pubblica per studente più elevata può ridurre le differenze di rendimento tra studenti delle scuole primarie con risultati scarsi e buoni.
Anche il ricorso a criteri di ammissione basati sui risultati scolastici nell’istruzione secondaria inferiore ha conseguenze negative sull’equità.
Così come la scelta precoce del percorso scolastico ha un impatto fortemente negativo sull’equità del sistema. L’Italia lo fa a 14 anni, molti altri paesi a 15 (Francia, Spagna, Portogallo, Polonia, Grecia, ecc.), mentre 5 sistemi educativi iniziano ad indirizzare gli studenti ai diversi percorsi di studio addirittura già all’età di 10 – 11 anni (Germania, Ungheria, Austria, Repubblica ceca, Repubblica slovacca).
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