Signor Ministro,
troppe voci gettano ombre sulla procedura del concorso Dirigenti Scolastici, molti studi, a seguito della prova scritta, stanno preparando azioni legali qualcuno addirittura dichiarando di avere “avuto notizie di diverse illegittimità nello svolgimento e nella correzione delle prove scritte”
La scuola non ne ha bisogno, la scuola ha bisogno che, già dal prossimo settembre, nuovi Dirigenti scolastici vadano a ricoprire i numerosi posti vacanti.
D’altra parte sono molti i colleghi che manifestano il bisogno di capire.
Sono molti i colleghi che, ammesso che le parole abbiano ancora qualche attinenza con la realtà, non si spiegano l’esito negativo della prova scritta e come, invece, l’abbiano superata altri colleghi che non hanno svolto quesiti e che hanno dichiarato, nell’imminenza della prova stessa, la totale mancanza di fiducia circa l’esito positivo.
Uno sarebbe troppo ma, mi creda, sono molti ed io sono tra questi.
E se domani, una volta conosciuta la votazione, questa esigenza di capire si estendesse anche agli ammessi?
Capire non può essere un lusso da aula di tribunale, capire dovrebbe essere il principale verbo con cui coniugare la nostra società democratica, capire è il presupposto della partecipazione.
Non voglio mancarLe di rispetto elencando e discutendo i principi sui quali è informata la PA, mi permetto solo di evidenziare che, studiando, ho inteso che la trasparenza ha finalità deflattive del contenzioso.
Le chiedo, con riferimento agli atti endoprocedimentali che hanno portato alla formazione del D.D.G. 395 del 27/03/2019, di voler verificare l’opportunità di disporre quanto segue:
Sono solo tre azioni; tre azioni ed una domanda: “se la trasparenza cadesse su questa procedura concorsuale l’oscurità si estenderebbe anche sul mondo della scuola?
Con i sensi di stima e considerazione.
Gianni Romeo
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