L’esito lo sapremo nei prossimi giorni, per ora si può dire però che hanno suscitato più di qualche difficoltà nella ricerca delle soluzioni ma anche tanto interesse. Le prove scritte standardizzate di italiano e matematica, che per la prima volta il Ministero ha voluto sottoporre in contemporanea tutti gli alunni partecipanti agli esami di licenza media, sembrano aver riscosso giudizi complessivamente positivi. Aveva così ragione chi aveva previsto che, pur non incidendo sulle valutazioni, i 46 mini-quesiti sarebbero stati trattati, sia dagli alunni diretti interessati che delle commissioni, alla stregua di una “mini-maturità”.
In effetti in molti casi si è trattato di una sorta di verifica con se stessi, per valutare prima di tutto il proprio operato: evidentemente, superare al meglio la prova nazionale significa per gli alunni dimostrare di avere un buon metodo di studio; e per i docenti che le lezioni sono impostate ed esposte al meglio. Anche perchè le domande realizzate dall’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione sono state considerate di un livello medio-alto: la risoluzione alle prove, soprattutto quelle matematiche, è infatti stata considerata tutt’altro che immediata o intuitiva. Tre in particolare, la C5-C14 e C21, hanno destato maggiori difficoltà.
Nel commentare, uno per uno, i 21 quesiti scientifici, la stessa Animat (Associazione nazionale insegnanti di matematica) ne ha collocati diversi nella fascia “maedia” ed alcuni in quella “medio-alta”. “Ci sembra di poter concordare con la maggior parte di quegli insegnanti – dicono i matematici – che, inviandoci “a caldo” alcuni commenti e riflessioni sulla prova, hanno scritto che vari sono stati gli aspetti positivi”.
Le prime 25 sono servite per verificare le competenze in italiano; altre 21 per sondare la preparazione nella “bestia nera” degli studenti italiani, la matematica. Per completare le prove agli alunni è stato dato un tempo massimo di un’ora ciascuna. Diverse le tipologie di domande proposte: oltre a quelle più classiche, simili ai quiz dei concorsi pubblici (con quattro alternative di risposte possibili ed una sola esatta), ne sono state assegnate anche di tipo aperto (con lo studente chiamato a rispondere liberamente) e a completamento (parole o numeri da inserire in un contesto già prefissato). Una formula che ricorda da vicino le prove strutturate e semi-strutturate che da alcuni anni vengono preparate alle superiori per verificare le competenze in vista degli esami di qualifica, di maturità, ma anche la preparazione di semplici argomenti o al termine di un corso di recupero dei debiti formativi. Ai quasi 600.000 ragazzi delle medie sono stati proposti anche argomenti di varia tipologia: a seguito della lettura di un brando di un racconto scritto da Raffaele La Capria, “Fiori giapponesi”, agli alunni è stato chiesto – attraverso le prime 15 domande – di analizzare il testo e dimostrare di averne compreso il significato generale ed indiretto. Le ultime domande di italiano hanno riguardato, invece, la capacità di applicare conoscenze grammaticali su casi pratici; come il verbo riflessivo, l’avverbio di tempo, il pronome relativo, la ricerca del soggetto, il complemento di fine e di modo. Diversificati pure gli argomenti matematici: sono stati proposti – per la maggior parte a risposta multipla – quesiti sulle potenze, sull’analisi, sulle misure degli angoli e delle forme, ma soprattutto problemi su casi pratici.
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