Lorenzo Fioramonti, ministro del MIUR, si è dimesso. Ha giustificato il suo abbandono affermando: “Che ci sto a fare nel governo” se non ci sono soldi?
La rivalutazione retributiva dei docenti delle scuole è alla base della decisione: strategia adottata negli anni 80, senza successo, da Amintore Fanfani.
Oggi, come allora, non è stata riconosciuta l’origine dello stallo dell’istituzione scuola che, nel 1974 è stata ristrutturata per adeguarla alla dinamicità e all’imprevedibilità del mondo contemporaneo.
La funzione docente, che consisteva nella trasmissione della conoscenza, è stata ridefinita, per abbattere la complessità del problema educativo.
Si consideri il Decreto sull’autonomia scolastica del 99, autonomia che “Si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione d’interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana..”.
Il percorso che conduce alla ridefinizione della funzione docente è richiamato e riaffermato. Inizialmente si devono identificare i caratteri della società in cui gli studenti interagiranno (aspetto formativo), successivamente si devono ipotizzare e gestire percorsi per promuovere i comportamenti corrispondenti (aspetto educativo); seguono gli accordi per coordinare gli insegnamenti, unificandoli per dar efficacia all’istruzione e, per finire, la progettazione dei singoli insegnanti che, oltre a trasmettere una fedele immagine della propria disciplina, qualificano la loro azione perseguendo le indicazioni collegialmente elaborate.
Ridefinizione che il mondo scolastico ha rifiutato, a tutti i livelli.
E’ emblematica la legge 107/2015 che “Dà piena attuazione all’autonomia delle istituzioni scolastiche di cui all’articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59, e successive modificazioni”. Per cestinare la norma sull’autonomia scolastica, sopra trascritta, è stata richiamata la legge con cui il parlamento aveva delegato, temporalmente, la funzione legislativa al governo. La delega è ormai priva di valore per il decorrere del tempo. Il legislatore voleva rivitalizzare la norma con un inammissibile errore giuridico: “Successive modificazioni”.
Altrettanto significative sono le strutture decisionali delle scuole, visibili in rete, che mostrano le relazioni intercorrenti tra i diversi organismi scolastici: determinano il fluire del servizio. Sono tutti contrari alla legge: ricalcano i tipici modelli concettuali degli inizi del secolo scorso.
Questo lo scenario in cui collocare la decisione del ministro Lorenzo Fioramonti.
Enrico Maranzana
Fra le molteplici segnalazioni dei lettori che hanno partecipato alla nostra iniziativa “Dillo al Ministro”…
Nelle ultime settimane è tornata in primo piano con grande eco social, la mai sopita…
Alle recenti roboanti dichiarazioni dell’editorialista Galli della Loggia sulle scuole speciali hanno fatto eco in…
Social e nuove tecnologie sono sempre più presenti nella vita dei giovani. Anche a scuola.…
Sto pensando agli INVALSI. È vero che ho poca esperienza nella scuola, ma ne ho senz'altro…
In Italia da anni è in calo il numero delle adozioni, accentuato ancor di più…