Giornata di mobilitazione ieri degli atenei italiani promossa da Flc Cgil, Adi e Link, iniziata con la piattaforma “Perché noi no? Stesso lavoro e stessi diritti” con la quale, da luglio scorso, i “ricercatori determinati” denunciano l’elevato livello di precarietà nelle università italiane dove migliaia di lavoratrici e lavoratori fanno ricerca e didattica senza avere contratti stabili.
Dalla Federazione lavoratori della conoscenza Cgil, è stato spiegato: «Nelle ore decisive della discussione della Legge di Stabilità, i “ricercatori determinati” vogliono ricordare al governo che gli investimenti previsti per l’università sono totalmente insufficienti, che servono le risorse per avviare un piano straordinario di reclutamento dei ricercatori e dei docenti precari dell’università e per avviare subito l’iter per una riforma del pre-ruolo in modo da semplificare la giungla dei contratti precari. Siamo in mobilitazione perché deve essere chiaro che investire nella ricerca universitaria è uno dei punti fondamentali per il vero sviluppo e la vera crescita del Paese. Assumere tutti i precari subito con 1,5 mld di euro nella legge di Stabilità è condizione necessaria. Il governo non ha scuse, basta spot».
Ma anche da parte di Adi e Link sono venute le denunce: «I 40 milioni aggiuntivi promessi sono solo briciole rispetto ai bisogni reali del sistema dell’università e della ricerca. Non chiediamo elemosine, ma un serio piano pluriennale di investimenti e una riforma del pre- ruolo con cui voltare davvero pagina nelle politiche sull’università».
«I 10 milioni aggiunti al fondo per le borse di studio sono assolutamente insufficienti per raggiungere la copertura totale delle borse di studio. Servono, inoltre, ingenti finanziamenti per le residenze universitarie, aumento no tax area ed edilizia universitaria. Continueremo ad essere in stato di agitazione fino fino a quando non avremo garantito ciò che ci spetta».
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