Mamma e insegnante precaria preoccupata per l’inizio del nuovo anno scolastico

Gentile redazione, sono la mamma di una ragazza quindicenne che si appresta a frequentare il terzo anno scolastico, in un liceo in provincia di Salerno, nonché un’insegnate precaria della terza fascia. Sono alquanto preoccupata, perché l’anno appena trascorso è stato uno dei più tragici per mia figlia e per tutti noi familiari che le siamo stati attorno. Vittima prima di mobbing, da parte di una professoressa, che ha esordito con un “non ti do la materia” fin dal primo giorno di scuola(e così è stato) e poi vittima di bullismo. Un gruppo di compagne, non mancava di offenderla e deriderla tutti i giorni, ma la cosa peggiore è stato sapere che a orchestrare gli  atti indegni di bullismo, era sempre la già citata signora professoressa abilitata e di ruolo.  Sempre la Prof. Abilitata, continuamente e con parole irripetibili e altamente offensive, si rivolgeva a mia figlia sottoponendola ad interrogazioni che andavano avanti per giorni se non anche settimane. La metteva in ridicolo portandola in altre classi per continuare quelle che  non erano più interrogazioni ma veri e propri interrogatori, finché la ragazza non crollava e chiamava casa per poterci ritornare.  Durante l’anno, l’ho dovuta tenere in terapia psicologica, ha avuto una tosse nervosa che è durata mesi e ancora oggi ha sempre mal di pancia.

Abbiamo fatto presente la situazione al Preside della scuola, più volte, ma tante promesse mai mantenute, e ora che fare? Cambiare istituto e sceglierne uno più lontano da casa o ritentare nella tana dei lupi? Il preside ci ha promesso un cambio di sezione. Io vorrei chiedere al Sig. Renzi, se si accerta periodicamente dello stato mentale di tutti gli insegnanti di ruolo o è troppo preso ad eliminare quelli che non hanno l’abilitazione, ritenendoli meno validi dei primi? Io, da docente non-abilitata (o abilitata se lo fossi), non farei mai del male ad un alunno,perché l’insegnamento è per prima cosa passione e ricerca della giusta empatia con gli alunni. Ma ormai gli insegnanti che sono arrivati al ruolo si sentono un gradino più in alto di tutti i poveri precari che restano relegati nel limbo e questo automaticamente gli conferisce potere e in alcuni casi questo potere si trasforma in cattiveria pura.

Pur ripetendomi ribadisco il concetto di verificare le capacità e la salute mentale degli insegnanti che si sentono ormai arrivati all’apice. L’unica cosa che posso consigliare a chi si trovasse nella stessa mia situazione, andare per vie legali, perché molti Presidi lasciano correre i problemi degli adolescenti, problemi che per un ragazzo possono significare anche la fine.

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