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Margherita Hack e la sua docente suicida dopo le leggi razziali: “Ha segnato in me una frattura, da allora sono antifascista”

Ieri, 5 marzo, è andato in onda su Rai1 il film tv “Margherita delle stelle“, che racconta la vita della celebre astrofisica e divulgatrice Margherita Hack, scomparsa nel 2013, la prima donna italiana a dirigere un osservatorio astronomico. Nella pellicola la Hack è interpretata da Cristiana Capotondi.

Margherita Hack è ricordata, oltre per il suo impegno costante nella scienza, per essere stata sempre una donna anticonformista e libera da ogni costrizione sociale e religiosa. Si tratta di un vero e proprio emblema del femminismo.

All’inizio del film viene rappresentata l’adolescenza della Hack, nata nel 1922, durante il ventennio fascista. La scienziata è sempre stata un “maschiaccio”, uno spirito libero, lontana dai canoni femminili tradizionali, appassionata di sport, autonoma, sempre con i capelli sciolti e pronta a seguire le aspirazioni.

Margherita Hack, la sua docente si è suicidata dopo le leggi razziali

Margherita Hack ha frequentato il liceo classico Galileo Galilei di Firenze. La sua storia si è incrociata con quella, dal risvolto tragico, di una docente di scienze, Enrica Calabresi, cacciata dall’insegnamento a causa delle leggi razziste. Hack, a 88 anni, nel 2010, ha ricordato con affetto e commozione la sua taciturna docente su Pagine Ebraiche.

La professoressa si è suicidata in seguito alla sospensione dall’insegnamento perché ebrea: “L’ho vista cacciare dalla scuola da un giorno all’altro a causa delle leggi razziali. Questo mi ha aperto gli occhi su cosa può fare una dittatura e ha segnato in me una frattura: è allora che sono diventata antifascista. In quel periodo la incontrai per strada. Una figura esile, vestita in modo dimesso, che camminava rasente i muri. Mi parve un animale braccato”, ha raccontato l’astrofisica.

“Avrei voluto dirle la mia solidarietà per quel che le stava accadendo, ma non ne ebbi il coraggio. Non me lo sono mai perdonato. Anni dopo venni a sapere che negli anni successivi aveva insegnato agli alunni ebrei espulsi dagli istituti pubblici nella scuola ebraica di via Farini. E che nel 1944 era stata arrestata e portata a Santa Verdiana, un ex convento trasformato in carcere. Si sottrasse alla deportazione con il suicidio. Forse aveva perso la voglia di combattere, forse l’entusiasmo che l’aveva sostenuta grazie all’insegnamento si era spento”, ha aggiunto.

Nel film tv si vede addirittura che la giovane Hack ha difeso la docente e attaccato Mussolini in classe: un docente se n’è accorto, e la Hack è stata sospesa per venti giorni con il sette in condotta, rischiando la bocciatura. A causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, che proprio quell’anno ha causato l’annullamento degli esami di Maturità, la giovane Margherita è riuscita a diplomarsi lo stesso anno.

Margherita Hack e l’emancipazione femminile

Inutile dire che Margherita Hack, che si è battuta per tutta la vita contro i pregiudizi nei suoi confronti in quanto donna e a favore della parità di genere, è un grande esempio per tutte le giovani. Ecco alcuni commenti su X:

“Sono le donne come Margherita Hack che vanno prese come modello dalle giovani donne. Grazie Margherita per averci insegnato a guardare sempre in alto, alle stelle”.

“Grande esempio per tutte le donne Margherita Hack, ma anche la sua mamma e il suo papà sono stati esemplari, l’hanno cresciuta libera di scegliere e di essere se stessa. Cosa rara, soprattutto all’epoca. Tanti genitori dovrebbero imparare da questa storia”.

“‘Se crescerà libera, crescerà forte’. Dovrebbe essere la regola eppure non è così per molte ragazze e molti ragazzi, ancora oggi”.

Laura Bombaci

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