Dopo la paura degli ultimi 20 mesi, sul Covid comincia a trapelare un certo ottimismo. Anche tra i rappresentanti del Governo. Il sentimento trapela dalle parole del sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri: da Amelia, in provincia di Terni, il medico grillino si è soffermato sul fatto che “i numeri di queste settimane, dopo le riaperture non solo delle scuole ma di tutte le attività, stanno andando molto bene”.
Dopo la premessa, Sileri ha guardato al futuro: “è chiaro che andando avanti con la vaccinazione, se i numeri dovessero mantenersi così o addirittura abbassarsi, anche le quarantene dovranno essere ridotte per i vaccinati”, se non cancellate del tutto, “così come nel tempo abbandoneremo distanza e mascherina“, ha sottolineato il sottosegretario.
I tempi non sono comunque poi così ridotti. “Non significa che abbandoneremo distanza e mascherine domani – ha precisato Sileri -, ma quando la vaccinazione sarà andata avanti e i numeri saranno ulteriormente migliorati”.
Oltre ai numeri dei contagiati, serve anche alzare quelli di coloro che hanno fatto la vaccinazione anti Covid-19.
“Nel Paese – si legge nel nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe – ci sono ancora 8,3 milioni di persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino e “resta l’incognita” sul reale numero di coloro che non lo hanno fatto perché hanno un’esenzione per motivi di salute”.
I numeri sui contagi da Coronavirus, nel frattempo, continuano ad essere confortanti: “Saremo ancora zona bianca, l’incidenza è di 40,7 ogni 100 mila abitanti rispetto al 69,1 della scorsa settimana. L’Rt è 0,86, l’occupazione delle terapie intensive è al 5%, dell’area medica al 3%”, ha detto il 30 settembre il presidente del Veneto Luca Zaia.
Ancora una volta, la scuola farà da cartina di Tornasole sulle decisioni da prendere a livello nazionale e locale.
“La situazione è positiva – ha proseguito Zaia – però abbiamo aperto le scuole il 13 settembre, ed è prudente aspettare almeno tre settimane per andare a regime con i dati. L’anno scorso c’è stata la recrudescenza dell’infezione ai massimi tra fine ottobre, poi novembre e dicembre, andando poi a calare”, ha concluso il governatore del Veneto.
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