Un esposto alla Procura della Repubblica sull’omessa verifica di sicurezza, da parte del Cts, delle mascherine chirurgiche consegnate al personale docente, agli ATA e agli alunni. È ciò che hanno presentato al Tribunale di Roma due insegnanti in servizio in Puglia e un avvocato del Foro di Avellino.
Il 24 febbraio il legale ed i docenti avevano richiesto al Ministero dell’Istruzione, al Ministero della Salute e al Comitato Tecnico Scientifico, copia dei verbali con i pareri e le valutazioni in merito all’efficacia protettiva della mascherina chirurgica sul luogo di lavoro. Ciò poichè è previsto che fino al termine dello stato d’emergenza “l’efficacia di tali dispositivi è valutata preventivamente dal Comitato tecnico-scientifico.
Il Dipartimento della Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha comunicato che la valutazione di efficacia delle mascherine chirurgiche era contenuta in alcuni verbali del 2020. Successivamente, dopo una diffida inviata dal legale, in una riunione del CTS emergeva che nessuna valutazione preventiva sull’efficacia protettiva della mascherina risulta mai essere stata effettuata. Da qui l’esposto con il quale si chiede di valutare la condotta assunta dal CTS, dai Ministeri della Salute e dell’Istruzione e le conseguenze sulla sicurezza.
Nell’esposto si legge, infatti, che “Tale valutazione era tanto necessaria ove si consideri che la mascherina chirurgica non è un Dispositivo di protezione Individuale atteso che offre solo una protezione passiva (ovvero protegge l’interlocutore) e non una protezione attiva tipica dei DPI che proteggono, all’incontro, chi li indossa; e che l’attività didattica in presenza, svolta per molte ore in ambienti chiusi, privi di sistemi di aerazione ed alla presenza di un elevato numero di alunni, si deve annoverare tra le attività a rischio come è stato affermato proprio dal CTS nel verbale n. 59 del 26.4.2020 ove è detto che <<In tutti gli studi di previsione di rischio nel contenimento della diffusione da SARS-CoV la scuola rappresenta uno degli ambiti a maggiore fattore di rischio>>”
Una condotta che ha messo in pericolo e continua a farlo migliaia di lavoratori che si recano nei luoghi di lavoro con dispositivi per i quali nessuna valutazione preventiva sull’efficacia è stata effettuata. Viene poi sottolineato che gli studenti sono equiparati ai lavoratori e l’omissione potrebbe aver determinato come principale effetto la circostanza di “Epidemia colposa”.
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