Ma le giornate di sangue ormai si succedono quasi con regolarità tragica e feroce: di quasi 150 morti il bilancio delle violenze.
A Damasco colpi di mortaio hanno centrato una scuola, 14 i morti tra i quali diversi studenti. A Homs invece un duplice attacco in un quartiere solidale col regime ha causato la morte di 100 persone, tra cui un’ottantina di civili, riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), che da anni monitora grazie a una rete di attivisti e ricercatori sul terreno le violenze nel Paese. Il duplice attentato con autobomba è stato rivendicato dalla Jabhat an Nusra, branca siriana di al Qaida. Altre vittime si registrano nei bombardamenti aerei del regime in varie zone del Paese.
Il britannico Telegraph accusa il regime di Bashar Al Assad di usare ancora armi chimiche contro i civili siriani, fra cui bambini. Il quotidiano ha fatto analizzare campioni di terreno provenienti dalle zone di tre recenti attacchi ed è risultata la presenza di cloro e ammoniaca. In una nota del Foreign Office, il ministro degli Esteri britannico, William Hague, si è detto molto preoccupato per queste “orribili notizie” e chiede che venga subito avviata un’inchiesta per appurare quanto accaduto
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