Il 14 gennaio 1898 moriva uno fra i più grandi scrittori della letteratura europea, ma anche un genio matematico.
Attorno a lui veleggiano tante ombre, ma Lewis Carroll (che in realtà si chiamava Charles Lutwidge Dogdson) è stato anche un grande matematico, delle cui opera però si è persa traccia.
Lettore appassionato fin dalla più tenera età, a scuola affrontava le materie con grande intelligenza e versatilità, all’università era sempre il primo. Visse di borse di studio e di assegni universitari: studiava poco, ma era un genio e non faticava.
Nonostante abbia pubblicato, sotto il suo vero nome, almeno una quindicina di libri di matematica, sia riuscito a dimostrare un teorema e abbia scoperto il “Regresso di Bolzano-Carroll”, è famoso nel mondo per aver scritto Alice nel Paese delle Meraviglie, risultato dell’abitudine di accompagnare in gita in barca le figlie di Henry Liddell, il rettore del collegio, raccontando loro storie fantastiche.
Uno degli aspetti più controversi di Carroll è appeso alla sua sessualità, che, secondo alcuni studiosi, avrebbe avuto tendenze alla pedofilia: un aspetto messo in evidenza dalla grande quantità di fotografie/ritratti di bambine, che lui stesso scattava con una macchina fotografica.
La tesi, però, sarebbe stata smentita da studi successivi. Prima di tutto, perché gran parte dell’archivio fotografico dello scrittore è stato distrutto da Carroll stesso, e comprendeva un’ampia varietà di immagini di adulti.
Poi perché la forte presenza di bambini nudi nel suo repertorio di immagini non è segno di una preferenza sessuale dell’autore ma, al contrario, testimonia il diverso approccio della mentalità vittoriana alla nudità infantile, considerata del tutto de-sessualizzata e simbolo di innocenza e purezza.
Infine, perché tutte le tracce scritte di sue relazioni con donne adulte (che c’erano ma provenienti da strati sociali compromettenti) sono state distrutte dalla famiglia per preservare la sua reputazione.
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