Nel corso di una intercettazione audio e video, uno degli indagati nell’inchiesta condotta sul traffico illecito di rifiuti speciali e pericolosi in Toscana, che ha portato all’arresto di sei persone, tra le risate di altri, parlava di una discarica in prossimità di una scuola: “Ci mancavano anche i bambini che vanno all’ospedale, che muoiano i bambini. Non mi importa che i bambini si sentano male. Io li scaricherei in mezzo alla strada i rifiuti”.
I rifiuti tossici in pratica non venivano affatto smaltiti negli impianti, ma tritati o miscelati per massimizzare i profitti grazie al falso smaltimento, pagando una eco tassa regionale assai più bassa di quella dovuta. Tanto che la Regione ci avrebbe rimesso quasi 4 milioni e mezzo di euro nel 2015-16, a fronte di un guadagno stimato in oltre 26 milioni per le aziende.
Da quanto emerso nel corso dell’indagine, i rifiuti speciali, in alcuni casi pericolosi e nocivi, come stracci imbevuti di sostanze tossiche, filtri olio motore e toner, venivano miscelati con altri e mascherati come ordinari, per abbattere i costi di smaltimento.
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