Categorie: Riforme

Napolitano: la scuola promuova l’inclusione. Ma la realtà è un’altra

“La difesa dei minori costituisce un impegno prioritario per le forze politiche e sociali del nostro Paese, soprattutto nell’attuale periodo di recessione economica che li vede maggiormente esposti all’abbandono, alla povertà e al rischio di esclusione sociale”. Sono alcuni ‘passaggi’ del messaggio che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, Alessandra Mussolini, in occasione dell’incontro ‘I diritti dei bambini al tempo della crisi’, promosso per la Giornata nazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
“Si deve compiere ogni sforzo – ha scritto il Capo dello Stato – perché non venga meno la tutela delle famiglie più vulnerabili e venga sostenuto il ruolo centrale della scuola e dei servizi per l’infanzia, affinché siano in grado di fronteggiare con sempre maggiore efficacia tutte le situazioni di difficoltà ed emarginazione. Difendere i diritti dei bambini, contrastare abusi, prevaricazioni e condizioni di sfruttamento che ne violano l’integrità e ne compromettono la formazione e la piena realizzazione, significa – conclude Napolitano – non solo riconoscere anche ai più piccoli cittadini la loro dignità di persone ma anche salvaguardare il futuro civile del nostro Paese”.

Tra i tanti interventi giunti nella Giornata mondiale dei diritti del fanciullo, spicca quello della deputata del Pd Sandra Zampa, capogruppo in Commissione Bicamerale Infanzia e prima firmataria della mozione sui diritti dei minori di età, che sempre il 20 novembre, alle ore 16, sarà discussa alla Camera e che impegna il governo ad una serie di iniziative a tutela dei bambini e dei giovani con meno di 18 anni.
Secondo Zampa “manca in Italia un ordinamento giudiziario che tuteli i minori per i quali, in assenza di una legge specifica, si applicano in forma ridotta, anche di un solo giorno, le pene previste per gli adulti. Dal 1986 attendiamo una riforma, non si può continuare così”.
Alessandro Giuliani

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Alessandro Giuliani

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