Categorie: Politica scolastica

Niente supplenze il primo giorno: scuole dell’infanzia nel caos

Con l’avvio dell’anno scolastico sono entrate in vigore le nuove norme sul conferimento delle supplenze contenute nella legge di stabilità 2015.

Le regole sulle supplenze stanno mettendo in seria difficoltà le scuole e c’è già chi chiede al Minitro di intervenire per fornire chiarimenti o magari qualche deroga.
Come sta accadendo anche per altre norme, nelle scuole si sta facendo parecchia confusione e si attribuiscono le difficoltà alla legge sulla “Buona Scuola”.
In realtà le regole sono vecchi di almeno un anno ed, essendo contenute in una legge (la n. 190 del 23.12.2014), non possono essere modificate con un semplice atto amministrativo.
In sostanza le disposizioni sono due.
Quella del comma 332 dell’art. 1 della legge vieta di nominare supplenti per coprire assenze del personale ATA fino a 7 giorni, mentre quella contenuta nel comma successivo impedisce le nomine di docenti per coprire il primo giorno di assenza del titolare.
E’ questa seconda disposizione che sta creando i maggiori problemi, problemi che saranno oltremodo aggravati nei prossimi mesi quando, le consuete malattie stagionali faranno aumentare le assenze del personale.
In alcuni casi le difficoltà saranno pressoché insormontabili: per esempio, come sarà possibile garantire il servizio scolastico nelle scuole dell’infanzia funzionanti con una o due sezioni?
Si dovranno affidare 40-50 bambini ad un solo docente o si pretenderà che l’unico insegnante in servizio lavori per 8-9 consecutive?
Il dato strano, però, è un altro: questo problema è ben noto da mesi, ma solo adesso ci si accorge che si tratta di una questione che mette a serio rischio il regolare funzionamento delle scuole, e di quelle dell’infanzia in modo particolare.
Adesso non resta che sperare che, nella redazione della prossima legge di stabilità il Governo provveda a introdurre i necessari correttivi.
Correttivi che avrebbero potuto essere già adottati quando venne approvata la legge 107. Ma, in quella fase, l’attenzione del Governo e dei sindacati era concentrata su questioni del tutto diverse (poteri dei dirigenti, chiamata dagli albi e così via).

 

 

 

 

 

 

 

 

Reginaldo Palermo

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