Almeno 26 bambini tra i cinque e i sei anni sono morti nell’incendio della loro scuola di paglia e legno a Maradi, nel Sud del Niger.
La distanza di una scuola, al di là del mondo di cui la stampa spesso si scorda, fa perdere una notizia così tragica anche perché a questi bambini vittime del fuoco se ne aggiungono altri 13 rimasti gravemente feriti. Intanto genitori e insegnanti guardano disperati le macerie di quella struttura, mentre nella regione sono stati dichiarati tre giorni di lutto.
“Abbiamo visto le fiamme all’interno della scuola – racconta il padre di una vittima – c’erano solo gli insegnanti, hanno fatto del loro meglio per combattere l’incendio…, siamo saltati sul muro della scuola con taniche e secchi pieni d’acqua che abbiamo gettato sulle fiamme, siamo riusciti a salvare i bambini che erano ancora vivi e li abbiamo portati all’ospedale”
Aicha, una insegnante della scuola, nella disperazione, aggiunge: “I bambini della classe media sono stati i più colpiti. Urlavano e i genitori che erano venuti a prendere i figli hanno portato aiuto, ma il problema erano i bambini seduti in fondo alle aule, che erano gravemente ustionati. C’era un bambino che si è aggrappato a me gridando ‘è così caldo’, sono riuscita a versargli sopra della sabbia per spegnere le fiamme che gli avevano preso la camicia”.
Il Niger, sottolineano le poche agenzie interessate al terribile incidente, è tra i paesi più poveri al mondo e ha cercato di supplire alla carenza di edifici scolastici costruendo migliaia di capannoni di paglia e legno che fungono da aule, con i bambini spesso seduti per terra. Gli incendi, in luoghi così altamente infiammabili, sono comuni da queste parti, ma raramente causano vittime. Ad aprile 2020 però, altri 20 bambini erano morti in circostanze simili in una scuola in un quartiere popolare di Niamey.
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