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No dei precari “storici” ai concorsi pubblici annunciati da Profumo: prima ci siamo noi!

Non sono bastate le rassicurazioni del ministro Profumo sulla percentuale maggiore che il dicastero di viale Trastevere  intende riservare alle graduatorie ad esaurimento rispetto ai prossimi vincitori dei concorsi pubblici (annunciati nei giorni scorsi già per il secondo semestre del 2012). Dopo le perplessità dei sindacati, attraverso un documento congiunto, le associazioni, i coordinamenti e i comitati dei precari – facenti capo a diverse regioni, di Nord, Sud e Centro Italia – hanno fortemente criticato le uscite del nuovo Ministro: nell’annunciare i concorsi e le modalità delle future assunzioni a tempo indeterminato, Profumo avrebbe “dimenticato” che prima bisogna svuotare le attuali Gae. In caso contrario, si scatenerebbe la solita “guerra” tra aspiranti docenti. Anche perché il panorama generale non pone a favore di un numero elevato di posti vacanti.
Non a caso, i precari “storici” contestano a Profumo anche il fatto che sembrerebbe non essere a conoscenza dell’inasprimento dei requisiti per andare in pensione voluto dal Governo: ciò provocherà un’ulteriore carenza di posti vacanti. E quindi la riduzione di possibilità di assunzioni in gran numero, come avvenuto nell’ultima estate.
Nel documento – firmato dal Coordinamento precari scuola Napoli, Rete precari scuola Sicilia, Coordinamento precari scuola Ravenna, Coordinamento precari scuola Roma, Coordinamento precari scuola Avellino, Coordinamento 3 ottobre Milano, Comitato precari liguri della scuola, Coordinamento precari scuola Terni e Coordinamento precari scuola Latina – si chiede a Profumo se è a conoscenza che “sarà proprio l’innalzamento dell’età pensionabile che impedirà a molti, giovani o meno, di avere accesso alla scuola” e se “non sa o finge di non sapere che la riforma, voluta da chi l’ha preceduto, ha tagliato molte cattedre in ogni ordine e grado di scuola”.
Con questi presupposti, i rappresentanti dei precari inseriti nelle Gae chiedono quindi al Ministro “su quali posti si vorrebbe bandire questo concorso, illudendo quanti sperano di avere accesso alla professione e irridendo, offendendo quanti, abilitati con procedure concorsuali, con specializzazioni acquisite e competenze testate sul campo, hanno speso la loro giovinezza e le loro competenze nella scuola e ancora aspettano che lo Stato regolarizzi anni di lavoro prestato al suo servizio”.
Associazioni, coordinamenti e comitati dei precari reputano quindi “francamente demagogico parlare di ‘apertura’ ai giovani, tramite concorso, quando l’aumento dell’età pensionabile, il blocco del turn-over e i tagli di cattedre conseguenti alla riforma Gelmini (140.000 posti di lavoro in tre anni!) di fatto limitano l’accesso nella scuola a tutti i precari, quale che sia la loro età (che, vorremmo ricordare, è anche anzianità di servizio nella scuola)”.
Bocciato sul nascere anche il doppio canale di reclutamento – con i precari storici da una parte e i neo-vincitori dei concorsi dall’altra – prospettato dallo stesso Profumo: “si verificherà l’impossibilità di esaurire l’una e l’altra graduatoria – si legge nel documento congiunto – alimentando di fatto il precariato e generando per di più la creazione di un’ulteriore frattura tra lavoratori precari, alla quale si vuole aggiungere una ridicola contrapposizione giovani/meno giovani”.
Per i precari già abilitati quella di bandire i concorsi non è quindi una soluzione percorribile: “se è giusto – sostengono – che quanti vogliano dedicarsi alla professione di docente abbiano la possibilità di formarsi e di potervi accedere, ciò non può ledere i diritti di quanti lo Stato ha già formato e abilitato con procedure concorsuali e della cui professionalità si è servito e continua a servirsi”. La conclusione è radicale: mantenere “le graduatorie ad esaurimento come unico sistema di reclutamento”. Il Miur però non la pensa allo stesso modo. Per il Ministro il tempo dei consensi è già scaduto: con il 2012 arriveranno le prime contestazioni.
Alessandro Giuliani

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