Non collaborano per riparare i danni dei vandali: niente pagella

Gli atti vandalici prodotti alla scuola durante l’anno scolastico non hanno un colpevole; si decide quindi che le spese per la ristrutturazione vadano finanziate da tutti gli iscritti all’istituto. E a chi non paga viene occultata la pagella. Questo, in breve, sta accadendo in questi giorni all’istituto Nautico di Genova, dove il Consiglio d’Istituto ha deciso di usare la “mano pesante” contro gli studenti e le famiglie che hanno ritenuto ingiusto pagare di tasca propria per i danni prodotti da altri.
La decisione presa dall’organo collegiale deriva da un’applicazione del patto di corresponsabilità con le famiglie introdotto da alcuni anni, anche su indicazione del Miur, all’interno delle scuole. Così l’istituto genovese ha chiesto a tutti i frequentanti cinque euro di rimborso. Alcuni studenti però non hanno accettato. Costringendo la scuola ad applicare la sanzione deliberata pochi mesi, dopo aver  consultato genitori e rappresentanti degli studenti, proprio per “punire” coloro che non avessero collaborato a coprire le spese derivanti da eventi di questo genere. Rifacendosi sul documento forse più importate di tutto il sistema scuola: la pagella.

A spiegare i motivi delle decisioni prese dalla scuola nautica è stato il suo dirigente scolastico, Vladmiro Iozzi: “Il modello educativo impostato dal ministero ha previsto per tutte le scuole di stipulare un patto educativo di corresponsabilità con le famiglie, che tra le altre cose prevede il risarcimento per i danneggiamenti arrecati agli edifici scolastici. A differenza della stragrande maggioranza delle scuole i nostri ragazzi – ha sottolineato il dirigente – hanno a disposizione infrastrutture e strutture nuove in cui la collettività ha investito molti capitali. Se qualcuno arreca dei danni credo quindi che sia educativo insegnargli a ripagarli”. Ora la faccenda rischia però di prendere una piega addirittura giudiziaria: i genitori più tenaci non si sono fermati a contestare il metodo della suddivisione equa delle spese, ma minacciano anche di fare ricorso. Non per i cinque euro, ma per difendere un principio. E intanto la pagella rimane negli armadi dell’istituto Nautico di Genova.

Alessandro Giuliani

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