Ha del raccapricciante la vicenda accaduta in un Istituto comprensivo della Calabria, dove la preside, avvisata dalle maestre, ha raccontato che in classe alcuni bimbi della primaria si dedicavano a sedute spiritiche, evocando chissà che cosa, magari con la catena medianica, tanto da rendere visibili levitazioni di oggetti e altre visite dall’oltretomba.
E la dirigente scolastica, giustamente impressionata e preoccupata, cosa fa? Convoca il Collegio dei docenti, nell’arco di poche ore, e propone di consultare un esorcista.
Proposta che sarebbe andata bene all’inizio del ‘900, ma anche a metà dello stesso secolo, non già nel terzo millennio, quando il dibattito si poggia sulle scopette tecnologiche e la globalizzazione, i successi della psicoanalisi e pure sulla scelta correttissima di abolire i manicomi, avvenuta del resto già negli anni “60 del Secolo breve.
Infatti, da osservatori esterni, ci saremmo aspettati che la preside, preso atto dell’accaduto quantomeno non comune, convocando il collegio, avesse proposto ai docenti di interpellare sociologi e psicologi compresa l’Asl di appartenenza.
Il punto in ogni caso sarebbe stato quello di capire da dove fanno capolino queste pratiche, chi le fomenta, dove covano e per quale motivo dei ragazzini, che dovrebbero ancora giocare con le Barbi e i soldatini, o dedicarsi alla lettura e a far di conto, si dedicano invece alla negromanzia e allo spiritismo.
Domande da porsi appunto insieme agli esperti delle Asl per capire ancora se questo malessere (perché di malessere o comunque di vuoti di affetto e di relazioni, da riempire con i fantasmi, sembra trattarsi) covi nelle famiglie e in quale in particolare e perché. Esplorare, per capire e comprendere, le condizioni socio economiche, di vivibilità ecc. , compresa tutta una serie di indagini che però nulla avrebbero dovuto a che fare con l’esorcista, chiamando il quale però, la scuola, che è lo Stato, con tutto il suo peso laico e razionale, legale e illuminista, ne riconosce la sostanza, il potere, la funzione.
Relega, in altre parole, le Istituzioni, compreso il Ministero della salute, il Miur e gli Enti Locali, con le loro strutture sanitarie, in posizione secondaria, subalterna, anzi sembra quasi ignorarle del tutto, facendo così un salto indietro di alcuni secoli dentro credenze ritenute ormai lontane, per accreditare invece la zona buia e irrazionale dello smarrimento della nostra società.
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