Categorie: Didattica

Nuovo anno, appello ai genitori spazzaneve: liberate i vostri figli dall’ansia!

Inizia un nuovo anno scolastico. E tornano i buoni propositi.

È giusto augurarsi che i nostri ragazzi e le loro famiglie guardino con una speciale positività questo appuntamento. Perché la scuola rimane il punto focale della formazione umana, prima che scolastica, dei nostri studenti, dei nostri figli.

Per quanto riguarda i ragazzi, è nostro compito, come presidi e docenti, cercare di cogliere al volo la diversità di queste generazioni rispetto alle precedenti, con le nuove domande di senso della vita e di percezione delle complessità relazionali e sociali.

Per quanto riguarda, invece, i genitori, noto che sta crescendo l’ansia, quasi il bisogno di marcare stretto il percorso di crescita e di autonomia dei loro figli. Forse un po’ troppo stretta, questa marcatura.

Nella letteratura specialista sono stati definiti “genitori spazzaneve”. Perché “ripuliscono ogni cosa davanti ai loro figli in modo che nulla possa andare storto e possa minacciare la loro autostima”.

Un invito: non dovete vivere con un’ansia esagerata la vita dei vostri figli. La conseguenza è evidente: bambini e ragazzi iperprotetti da un lato, e dall’altro nella impossibilità di affrontare, con un pensiero positivo, un fallimento, una giornata storta, una sconfitta, un brutto voto, anche una bocciatura..

Il vecchio adagio “sbagliando si impara” ha sempre valore.

Anche a scuola capita di incontrare questi genitori. Che arrivano persino a coprire le magagne dei propri figli, e ad alzare la voce: “colpa dei docenti….”.

Oggi, nella nostra società iper-competitiva, siamo tutti un po’ impreparati ad affrontare gli insuccessi, le situazioni difficili. Allora, è meglio rimuovere, crearsi dei paraventi, scaricare sugli altri i propri limiti.

In alcuni casi avviene questo: “non è giusto creare problemi a mio figlio, perché in realtà li create a me”. Ma la maturità non è quell’età nella quale la ricerca della “giusta misura” dovrebbe costituire il pane quotidiano? Ma quanti “eterni adolescenti” incontriamo ogni giorno, di tutte le età?

Così cercano di semplificare tutto, per difendere i propri figli, rinunciando così ad “educarli”, cioè ad insegnare loro a maturare, a fare le loro scelte, anche ad imparare dai loro errori.

La scuola, è giusto dirlo, sembra essere rimasta forse l’unico contesto nel quale i ragazzi sono chiamati a confrontarsi con la “realtà effettiva”, nel senso che vengono accompagnati ad affrontare anche le asperità della vita, senza però alcuna pretesa di sostituirsi alle loro libere scelte. La scuola, cioè, è l’ultima agenzia educativa esistente, vista la grave crisi delle famiglie.

 

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Gianni Zen

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