Estero

Opposizione in Francia per i gruppi di livello in matematica e francese voluti dal Governo alla scuola media

Sei bravo in francese e matematica ma il tuo compagno di banco stenta a districarsi tra le insidie della lingua di Molière e non ha molta dimestichezza con l’aritmetica e la geometria? Bene, dovrai trovarti un altro compagno di banco durante le ore di queste due discipline: dal prossimo anno scolastico, infatti, in francese e matematica saranno previsti, nelle prime due classi della secondaria di primo grado, i cosiddetti gruppi di livello. Lo ha recentemente annunciato alla stampa francese la nuova ministra dell’Educazione Nazionale, Nicole Belloubet. La notizia circola su tutti i media e non sono pochi i salotti televisivi a occuparsene, a testimonianza che la scuola, in Francia, è un tema sensibile che sta a cuore a tutti.

Si tratta di questo: tenuto conto che dalle ultime indagini internazionali è emersa una certa carenza tra i quindicenni francesi in lettura, comprensione scritta, grammatica e matematica, il Governo ha varato un piano che ha l’obiettivo di potenziare al massimo queste due discipline durante i primi anni della media. Si tratta, in sostanza, di creare tre gruppi di livello nei quali inserire gli alunni con competenze insufficienti, sufficienti e buone in francese e altrettanti per la matematica. Così facendo, si darebbe l’opportunità ai più bravi – almeno così pensa chi ha stilato il progetto – di mantenere alti i livelli, anzi, di innalzare sempre di più l’asticella e ai più deboli di recuperare il terreno perduto.

Ma c’è un problema, un grande problema: nessuno la pensa come il Governo. Docenti, sindacati, esperti, famiglie e alunni una volta tanto si sono trovati tutti d’accordo nel gridare allo scandalo pedagogico. Come riporta, dicevamo, un po’ tutta la stampa francese, i gruppi di livello sanno tanto di “selezione sociale”, dato che nella quasi totalità dei casi, ad andare male in francese e matematica sono gli alunni provenienti dalle periferie urbane e dalle classi meno abbienti. I sindacati sottolineano come il piano del Governo rinneghi i valori repubblicani su cui si fonda la Francia, con i suoi capisaldi di “égalité” e “fraternité” che andrebbero a farsi benedire. Per i pedagogisti, ma anche per i docenti che lavorano sul terreno e che avrebbero avuto il diritto di essere interpellati, i gruppi di livello servirebbero soltanto a sotterrare definitivamente l’autostima di tutti quei ragazzi che si sentirebbero bollati, appartenenti al gruppo degli scarsi.

Un altro problema, più prosaicamente economico, è recuperare i soldi necessari per assumere qualche migliaio di docenti in più. Realizzare il progetto significherebbe, infatti, triplicare i docenti di francese e matematica. Sindacati e docenti temono che, per limitare i costi, il Governo decida di assumere personale supplente con competenze professionali tutte da verificare.

Intanto, la Ministra Nicole Belloubet è chiamata a precisare meglio il progetto, dato 68 dei 69 membri del Consiglio Nazionale dell’Educazione – organo consultivo – lo hanno nettamente bocciato.

Gabriele Ferrante

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