Precari

Parte il nuovo anno scolastico, ma mancherebbero 200mila prof

I sindacati della scuola sul piede di guerra, anche se il governo è ormai al capolinea, con l’inizio del nuovo anno scolastico che proprio oggi riparte, fra vecchi problemi e nuove speranze che i partiti in lizza per le elezioni del 25 settembre rilasciano agli elettori. Quanto poi le promesse fatte sulle tribune elettorali potranno essere mantenute è tutto da verificare. In ogni caso con oggi, nonostante non ci sia l’obbligo delle mascherine, del distanziamento e delle vaccinazione, i sindacati denunciano che nessuno dei problemi massi sul tappeto sono stati risolti e in modo particolare la carenza di docenti che è stimata attorno a 200mila posti disponibili. 
Dice all’Ansa Ivana Barbacci segretaria della Cisl Scuola: “Anche quest’anno scolastico prende l’avvio con molte incognite che hanno radici profonde: mi riferisco all’annoso problema del precariato; dobbiamo rilevare una carenza sulla copertura dei posti vacanti dei docenti, le cattedre in alcuni casi verranno coperte sotto al 50% rispetto alle disponibilità offerte dal ministero dell’Economia e bisognerà ricorrere a contratti a tempo determinato”.

I sindacati lamentano poi la non prevista presenza, quest’anno scolastico, del cosiddetto organico Covid, così come dichiara Marcello Pacifico di Anief: “Per due anni la scuola ha avuto un organico aggiuntivo a prima di 80mila persone tra docenti e Ata, poi di 40mila, invece quest’anno sembrerebbe che non ce ne sia bisogno, ma non è così”.

Secondo i calcoli effettuati dai sindacati dunque, e nonostante i sette i concorsi avviati, di cui cinque portati a termine, mancherebbero all’appello 200 mila supplenze annuali. 

Ma non solo, secondo Cristina Costarelli presidente Anp Lazio, mancherebbero pure i dirigenti scolastici: “E’ sicuramente un anno che affrontiamo con maggiore positività rispetto agli ultimi anni trascorsi ma rimangono tanti problemi: mancano anche i dirigenti scolastici, i cui gli organici sono sottodimensionati per motivazioni economiche”.

Infatti, a mancare nel Lazio sarebbero circa 50 presidi e oltre 500 in Italia.  

Pasquale Almirante

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