Partirà la navicella della “valutazione” secondo i tempi previsti?

“Senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica”: questa è la clausola principe annessa al nuovo sistema di valutazione delle scuole, varato la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri, dribblando qualunque altro intervento sia dei sindacati e sia delle associazioni professionali.
Ma in ogni caso, come avevamo ventilato in un nostro precedente intervento, manca all’appello, per la piena implementazione del sistema caro a Profumo, il drappello dei dirigenti tecnici, i famosi ispettori che dovrebbero fare parte di ciascun nucleo valutativo esterno.
Come abbiamo detto, attualmente in servizio ce ne sono circa una trentina, mentre ancora si deve espletare la prova orale per i 74 vincitori della prova scritta del concorso a 145 posti.
Ma si dovrebbero pure reclutare i due esperti a sostegno del dirigente tecnico per formare il nucleo di valutazione esterna previsto dal decreto ministeriale e sempre a fronte di una carenza di fondi che non lascia tranquilli i sonni perfino dei docenti, a parte quelli dei dirigenti che devono provvedere al normale proseguimento delle attività didattiche in ciascuna scuola. Per i prof infatti, come è espressamente detto nella clausola al decreto, manco una lira, o un euro, a seconda come si intende la svalutazione, è prevista in più, mentre è naturale che il lavoro, per sua naturale logica, aumenti proporzionalmente.
“I soldi fanno la guerra” diceva Napoleone Bonaparte, ma dalle parti del Miur non si può comprare nemmeno un proiettile (tranne forse le “pillole” del sapere) per cui, fanno sapere organismi di stampa vicini alle stanze della Minerva, nulla di strano che anche questa nuova formulazione valutativa delle scuole si perda per strada, cosicché l’anno venturo difficilmente la vedremo in onda, così come annunciato.
A supporto di questa tesi, si dice sempre da parte di questi organismi di informazione, ci sarebbe la conclusione del “Progetto Vales, la sperimentazione ciò del sistema di valutazione in corso presso 300 scuole e che dovrà fornire gli indicatori di valutazione.
Quest’attesa potrebbe essere l’ancora di salvataggio e pure un motivo per estendere ad altre 300 scuole il progetto “Vales” in modo da guadagnare un altro anno ancora.
Una sorta di alibi insomma per prorogare, in attesa di fondi e dell’espletamento del concorso dei dirigenti tecnici, di un anno l’implementazione complessiva del sistema; ma potrebbe essere anche un ritardo utile per mitigare le reazioni, non del tutto compromissorie, da parte del mondo della scuola, che fra l’altro è stato chiamato dai Cobas allo sciopero a maggio, in coincidenza con le prove Invalsi così come avvenne l’anno scorso.

Pasquale Almirante

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