La Rete studenti Milano ha messo in atto una protesta contro la sede dell’Inail, dopo la decisione di negare il risarcimento alla famiglia di Giuliano De Seta, il giovane morto durante il suo percorso di alternanza scuola lavoro. Vernice rossa (simbolo del sangue versato dalle vittime sul lavoro) nella targa dell’istituto e una scritta “Vergogna” sull’asfalto sono stati i messaggi lanciati dall’organizzazione che riunisce diversi collettivi di scuole superiori.
“Lo Stato non è interessato alla scuola e men che meno a risolvere il problema della mancanza di sicurezza sul lavoro nel nostro Paese”. Questo il commento della Rete in riferimento al mancato risarcimento per la famiglia del ragazzo, nemmeno considerato stagista a tutti gli effetti, riportato da ‘Repubblica’”.
“In un’Italia dove si verificano quasi tre morti sul lavoro al giorno, dovute alle inadempienze delle imprese nei confronti dei protocolli di sicurezza, dovute allo sfruttamento intensivo, alla mancata regolarizzazione dei contratti, che rimangono strumenti di ricatto nelle mani del datore di lavoro – proseguono gli studenti – è impensabile inserire ragazzi e ragazze non qualificati e non tutelati, né dal punto di vista della sicurezza né da quello della legalità, nei contesti lavorativi attraverso i progetti di Pcto (l’ex alternanza scuola lavoro), che si mostrano definitivamente per quello che sono: educazione allo sfruttamento ed alla precarietà”.
La Rete studenti medi rincara poi la dose:
“Le tre morti che si verificano ogni giorno sul lavoro non sono morti bianche, ma posseggono dei mandanti ben precisi: da Confindustria a Mario Draghi, dall’Inail a Valditara, tasselli – concludono gli studenti – che compongono il mosaico di un sistema ora più che mai schiavo del profitto e del tutto disinteressato al capitale umano utilizzato per generarlo”.
Non si è fatta attendere la reazione del ministro Valditara:
“Ho dato mandato ai miei avvocati di querelare i responsabili di queste dichiarazioni infamanti e gravemente diffamatorie. Con gli autori di questi comunicati non voglio aver nulla a che fare.”
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