Obiettivo a lungo termine è quello di elaborare policy per il riequilibrio territoriale dell’offerta formativa riducendo, ove e se possibile, il fenomeno del pendolarismo scolastico. A tal proposito l’Istat ha diffuso i dati relativi al 15esimo Censimento generale della popolazione e delle abitazioni con riferimento alla data del 9 ottobre 2011. Queste statistiche riguardano gli spostamenti pendolari per motivi di studio o di lavoro. E’ facile notare che si sono allungati i tempi destinati alla mobilità, infatti, scende drasticamente la quota di coloro che impiegano “fino a 15 minuti” per raggiungere il luogo di studio o di lavoro (58,7% nel 2001, 55,1% nel 2011) e, in misura più lieve, quella di chi impiega “da 31 a 45 minuti” (8,5% nel 2001, 7,8% nel 2011), mentre aumentano le quote di chi ha tempi di percorrenza tra i 16 e i 30 minuti (da 24,8 a 26,4%) e oltre i 45 minuti (dall’8 al 10,7%). Le percentuali più elevate di spostamenti per lavoro si riscontrano in Valle d’Aosta (72,2%), Emilia Romagna (71,3%), Friuli Venezia Giulia (71,1%), mentre nelle regioni del Sud e nelle isole le quote sono più basse. Nelle regioni del Sud sono invece più rilevanti gli spostamenti quotidiani dei giovani per raggiungere il luogo di studio, con le incidenze più alte in Campania (45,1%), Sicilia (41,6%) e Puglia (40,3%).
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