Categorie: Estero

Perché ho scelto di non partecipare al concorso

Il mio “no” consapevole l’avevo già scelto dopo qualche giorno dal bando e l’avevo detto e scritto più volte. Motivi di coerenza e motivi personali mi hanno fatto scegliere di non farlo e non mi dispiace affatto. C’è chi mi ha preso (e prenderà) per folle o per stupido visto che sono precario anch’io! Infatti, sebbene insegni felicemente a tempo indeterminato in una seria scuola salesiana paritaria, non posso dirmi sicuro del futuro, poiché tagli e crisi non danno certezze neanche a chi lavora bene ed ha una solida tradizione.
Non sono ricco di famiglia e non ho un secondo lavoro per quanto non manchino le collaborazioni giornalistiche e editoriali, con le quali comunque non potrei vivere dignitosamente. Ho scelto e mi sento davvero libero, poiché ho voluto e saputo dire “no” all’ennesimo ricatto del potere politico, al solito spreco di denaro pubblico, al classico rovesciamento di cose già decise poiché ci sono ancora le graduatorie. Non ho fatto ricorsi, non sono sceso in piazza, non mi sono lamentato, ho semplicemente agito di conseguenza e secondo coscienza!
Non giudico male chi parteciperà, non lo giudico affatto; non ho mai amato la battaglia tra poveri innescata troppe volte nella scuola da azioni politiche fuori logo e interventi sindacali inesistenti. Ho scelto per me e non solo, perché quest’anno non intendo rinunziare alla mia famiglia, agli affetti, alla mio tempo libero, alle mie passioni, a coltivare i miei sogni, ai miei studi personali, al volontariato, alla scuola vera e agli alunni da seguire quotidianamente.
Mi sento vicino a tutti i docenti, quanti insegnano già, che faranno enormi sacrifici, anche finanziari, per studiare e riuscire al meglio nel concorso. Non mi spaventano i sacrifici, né temo lo studio, ma non amo i sacrifici vani e per il capriccio dei potenti, né amo lo studio che non venga dalla libertà e sia vera passione per qualcosa.
Sarò lontano, però, da quei docenti, che sceglieranno di mettere da parte le classi attuali, il proprio dovere nei confronti degli alunni, la cura della crescita di questi, perché si devono preparare al concorso. Non me ne vogliate male, ma nessun educatore può sacrificare chi gli è stato affidato per cercare il proprio bene e la realizzazione personale!
Spero che non siano molti, ma temo che anche involontariamente saranno tanti. Direte che la colpa è del Ministro; è vero, ma chi sceglie ha sempre una responsabilità personale. Io ho scelto, mi sento libero, certo che non è un concorsone dei questo tipo o il non farlo ad affermare quanto valgo come uomo e come docente. Il mio concorso lo affronto ogni giorno, per più di 24 ore settimanali, tra i banchi di scuola e nelle pieghe della vita.

Redazione

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