Attualità

Piano Scuola, modifiche in vista; si discute sulle mascherine da usare a scuola

Modifiche in vista per il Piano scuola, sia per iniziativa dello stesso Ministero dell’Istruzione sia su proposta del Ministero della Salute e su richiesta di Comuni e Regioni.

In queste ore la nuova bozza è stata trasmessa alla Conferenza Unificata che dovrà pronunciarsi mercoledì prossimo nel corso di una seduta straordinaria in programma per le ore 13.

I tempi stringono anche perché il Governo sembra intenzionato a chiudere la vicenda entro questa settimana; alcune fonti parlano per giovedì di un Consiglio dei Ministri che dovrebbe decidere in tema di green pass e di obbligo vaccinale (ci sono però da risolvere alcuni nodi politici perché sulla questione la maggioranza non è affatto compatta).

Uno dei temi in discussione in queste ore riguarda proprio quello delle mascherine, a proposito delle quali il parere del CTS del 12 luglio diceva che “laddove non sia possibile mantenere il distanziamento fisico per la riapertura delle scuole, resta fondamentale mantenere le altre misure non farmacologiche di prevenzione, ivi incluso l’obbligo di indossare nei locali chiusi mascherine di tipo chirurgico”.

Nel testo attuale del Piano Scuola il parere del CTS viene così tradotto: “Il dispositivo di protezione respiratoria previsto è la mascherina, preferibilmente di tipo chirurgico o di comunità (solo di tipo chirurgico ove non sia possibile rispettare il distanziamento). Per il personale della scuola, invece, il dispositivo di protezione delle vie respiratorie da adottarsi è la mascherina chirurgica o altro dispositivo previsto dal datore di lavoro sulla base della valutazione del rischio”

In pratica il Ministero sta pensando a tre tipologie di dispositivo: 1) “tipo di comunità” dove è possibile rispettare il distanziamento; 2) solo di “tipo chirurgico” ove non sia possibile rispettare il distanziamento; 3) di “altro tipo” (evidentemente FFP2 o FFP3) ove previsto dal datore di lavoro sulla base della valutazione del rischio.

In altre parole il Ministero sembra orientato a lasciare alle singole autonomie scolastiche la decisione sul dispositivo da utilizzare, in relazione alle specifiche situazioni esistenti nelle scuole.
E, per quanto se ne sa, potrebbe essere proprio questo uno degli aspetti su cui si sta discutendo in queste ore.

Reginaldo Palermo

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