A tal propositivo sono numerose le proposte dei rettori delle Università meridionali che riguardano finanziamento e valutazione, didattica, ricerca e innovazione tecnologica e processi di internazionalizzazione soprattutto verso il Mediterraneo. Per rientrare dai loro deficit molte Università meridionali saranno costrette ad accorpamenti, vendita del patrimonio e blocco totale delle assunzioni. Queste Università saranno costrette alla riduzione del 20-25% dei servizi essenziali come luce, gas, riscaldamento, laboratori, biblioteche. Inoltre saranno drammatiche le conseguenze sulle infrastrutture della didattica e della ricerca, sull’offerta formativa e sulle immatricolazioni. Di seguito si riporta l’elenco dei primi 10 atenei su base nazionale a rischio default con soglia di stabilità superiore all’80%:
Università di Foggia
Università Cassino (88,1%)
Seconda università di Napoli (85,5%),
Università Sassari (85,2%),
Università Bari (84,6%)
Università Federico II di Napoli (83,7%).
Università Tor Vergata (83,4%)
Università Messina (83%),
Università del Molise (82,4%)
Università Palermo (82.1%).
Una cosa è certa, l’Istruzione nel meridione d’Italia non può essere depotenziata, specialmente in un periodo di crisi economica come quello che stiamo attraversando
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