Categorie: Politica scolastica

Prc: pure i docenti di ruolo precari, la Mala Scuola Renzi-Giannini-Faraone è servita

Ora è ufficiale: tutti i docenti di ruolo sono diventati precari. Lo sostengono Paolo Ferrero e Giovanna Capelli di Rifondazione Comunista.

I due sostengono che “come previsto e ampiamente denunciato dal vasto e composto movimento che ha criticato alle radici la Mala scuola di Renzi-Giannini durante il blitz parlamentare che la ha imposta con il voto di fiducia e ne ha proposto la abrogazione tramite referendum delle parti dirimenti, ora, nella fase attuativa della mobilità interprovinciale di docenti e personale ausiliario e di segreteria diventa ancora più evidente la natura perversa di questa controriforma: un algoritmo che non rispetta procedure di trasferimento concordate e consolidate e di fatto “deporta ” migliaia di uomini e di donne docenti da un capo all’altro della penisola“.

Secondo Ferrero e Capelli, il Governo aveva “promesso la fine del precariato, ora precari diventano anche i docenti entrati in ruolo con la Mala Scuola” e come se non bastasse non c’è alcuna “continuità didattica per le classi. Il problema non è l’algoritmo ma questa controriforma che aziendalizza la scuola e la formazione ne precarizza il lavoro bloccando la funzione che la Costituzione attribuisce alla scuola statale: rimuovere la disuguaglianza (art. 3 ) e formare uomini e donne liberi e coscienti

Secondo gli esponenti di Prc, pertanto, “Renzi, Giannini e Faraone vanno fermati: incompetenti, cinici e racconta frottole. Siamo solidali con i docenti e i lavoratori della scuola che protestano e appoggeremo tutte le iniziative di lotta e sul piano giuridico per fermare questo scempio, per bloccare la chiamata diretta dei presidi, per far rifare le procedure di mobilità che non ledano la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici della scuola, che la fanno ancora funzionare come scuola della Repubblica, malgrado Renzi e il suo governo. Dopo un simile disastro che mette in forse l’avvio del prossimo anno scolastico è ora che Giannini si dimetta“.

 

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Alessandro Giuliani

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