Con l’intesa fra Governo e sindacati siglata nella notte del 23 aprile è stato dato avvio ad un percorso di confronto fra sindacati e ministero per trovare soluzioni adeguate all’ormai cronico problema del precariato.
Dopo due incontri fra Ministro e sindacati il confronto sembra però fermo con posizioni molto lontane.
I sindacati chiedono l’avvio di un PAS analogo a quello del 2013 e cioè aperto a tutti e finalizzato a riconoscere il titolo abilitante a tutti coloro che lo frequentano e che superano le prove conclusive. Il Ministro, però, sostiene che le Università non sarebbero in grado di gestire le decine di migliaia di docenti che potrebbero partecipare (si parla di 55mila insegnanti che sarebbero comunque assai di meno di quelli che presero parte ai PAS del 2013).
Senza contare che i PAS vengono richiesti a gran voce dalle scuole paritarie che hanno l’obbligo di assumere una certa quota di abilitati.
I sindacati chiedono anche percorsi riservati, destinati in particolare a risolvere l’annoso problema dei docenti di terza fascia. Il Ministro, per parte sua, si è sempre mostrato scettico se non addirittura contrario ai concorsi riservati, ma adesso c’è anche una sentenza della Corte Costituzionale che dà sostegno alla richiesta dei sindacati.
Oltretutto l’ipotesi è espressamente prevista persino dal punto 22 del contratto di Governo.
La situazione, insomma, è complicata: i sindacati stanno facendo pressioni perché si arrivi ad una soluzione prima del voto di domenica 26, ma i tempi sono stretti.
Tanto che qualche sindacato firmatario dell’intesa del 23 aprile, dopo aver revocato lo sciopero del 17 maggio, sta già pensando di annunciare una manifestazione nazionale per la metà di giugno.
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