Eliminare un anno delle scuole medie inferiori: in modo da equiparare il ciclo scolastico italiano a quello di molti altri paesi occidentali.
A chiederlo, il 4 luglio, è stato Roberto Cingolani, direttore dell’Istituto italiano di tecnologia, durante l’incontro con una delegazione di parlamentari in visita all’istituto a Genova.
Per Cingolani, riporta l’Ansa, “è meglio avere un giovane in grado di lavorare a 17 anni e mezzo che 18 e mezzo. Inoltre la nostra università ha troppa burocrazia”.
Il direttore del Iit ha quindi tenuto a dire che “tagliando un anno di medie si eliminano ridondanze”.
Non è la prima volta che giungono proposte di questo genere: l’anno scorso anche il ministro Giannini si schierò a favore di chi auspica la fine della scuola media superiore a 18 anni e mezzo. Solo che il responsabile del Miur non indicò la scuola media come percorso da ridurre, ma quello precedente: la parta che va dall’infanzia alla primaria.
L’importante, sosteniamo noi, è che dietro a certe proposte vi siano ponderati progetti pedagogici. E non, come accaduto in passato, solo la volontà di produrre “forza lavoro” prima del tempo. Oppure, peggio ancora, l’intento di risparmiare sull’istruzione pubblica, sopprimendo un anno di studi, con conseguente abbattimento di cattedre e personale annesso.
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